Vorrei che qualcuno mi spiegasse
il metodo. Un giornalista, un giornalista che spieghi quale meccanismo scatta
quando raccontano gli eventi. Se sono consapevoli dei danni che provocano tra
le gente, ma soprattutto la responsabilità che DEVONO assumersi di creare FALSE
opinioni sui fatti ed in particolare delle persone.
Puscher arrestato, puscher morto,
puscher di qui e puscher di la. Al che uno si aspetta li sequestro di (almeno)
qualche etto di droga, poi leggi e scopri che la persona aveva pochi grammi di
eroina. Ora, non conosco i quantitativi dell’uso personale. Certamente il
puscher, che nella fantasia cinematografica e nella cruda realtà, è colui che
fornisce gli spacciatori dispone di quantitativi consistenti di materiale.
Altro che due grammi.
Perché puscher?
Da alcuni giorni i media
raccontano della commerciante di Saronno barbaramente uccisa. Tutti fanno gara a raccontare della gioielleria. Ma è una
BIGIOTTERIA! Trattasi di una bigiotteria. Si vede anche dall’insegna sulla
saracinesca.
Perché insistere con gioielleria? Un errore? Forse inizialmente, quando si sapeva poco. Ma, quando il
giornalista è piazzato di fronte all’entrata, quando indica col dito l’uscita
probabilmente utilizzata dall’omicida per andarsene, quando indica col dito
l’insegna, PERCHE’ continuare a dire gioielleria?
Perché gioielleria?
Le parole hanno un significato
preciso e generano in chi ascolta pensieri precisi.
La disinformazione parte dalle parole (figurarsi il resto).
Nessun commento:
Posta un commento