martedì 30 aprile 2013

IL TEMPO E' ARRIVATO.

"Alle elezioni regionali di Febbraio i 5 Stelle presero in Lombardia il 13%, in Molise il 16% e in Lazio 20%. In quella stessa data, però, e in quelle stesse regioni, il MoVimento per le politiche prese in Lombardia il 19%, in Molise e nel Lazio il 27%. L'identica cosa è successa in Friuli Venezia Giulia.
Confrontare i dati elettorali delle regionali e delle politiche, e partire da qui per tentare di dimostrare un calo di consensi in atto verso il Movimento, equivale a produrre un evidente falso.
Intanto il sondaggio di ieri di Emg/La7 dà il Movimento primo partito a livello nazionale al 29.1%, il pdl al 27,1% e il pdmenoelle al 20,3%"

Non ascoltate quello che ripetono ossessivamente televisione e radio. Non è vero che l'incuicio ha cambiato la situazione e personalmente credo l'abbia peggiorata. I partiti hanno preso voti promettendo il contrario di quello che hanno fatto, in particolare il pd che infatti è in fase di liquefazione. Continuo a sperare che gli eletti del M5S rispettino le promesse, ormai sono eletti e non sono obbligati a rispettare eventuali imposizioni dal proprietario del marchio 5stelle se non coincidono con le promesse che hanno fatto ai propri elettori.
Essi possono diventare in parlamento la forza che  propone dei veri cambiamenti in favore della gente e magari trovare persone in altre forze politiche che condividono le stesse finalità.

Da parte delle gente comune è giunto il momento di non pensare solo a sé stessi, perchè è l'unico modo per uscire da questa situazione. La disunione è la pratica che consente a caste e castine di perpetrare il loro potere. Accontentarne uno, con l'intento che questi abbandoni l'altro. Poi accontentare l'altro e consentirgli di vendicarsi dell'abbandono. Il tutto per continuare ad ingozzarsi e ridere alle nostre spalle.


RIFIUTI DOMESTICI TRASFORMATI IN ENERGIA: SI PUO' E IL BREVETTO E' DI ITALGAS E ANSALDO.

Le prove ci sono eccome!
L'intervista di Nino Galloni è stracolma di spunti per odiare sempre di più questa manica di stronzi che pensa solo ai fattaci propri. Che guarda caso coincidono sempre con gli interessi di un gruppo di riccastri contenti quando ci vedono inseguiti dai problemi quotidiani.
Il passaggio che più mi ha fatto imbufalire è quello dei due brevetti in cassaforte di ITALGAS e ANSALDO. In pratica dispongono della tecnologia per trasformare i rifiuti domestici in energia, senza provocare inquinamento. Dico, AVETE CAPITO COSA HANNO LA POSSIBILITA' DI FARE E NON FANNO? Badate che il personaggio intervistato non è un marziano o un bioingegnere che esce dalla clandestinità, è persona competente che  ha collaborato con politici importanti e le cui iniziative siccome favorevoli alla gente comune ad un certo punto veniva accasato o costretto ad andarsene.
Vi prego di leggere bene, una tecnologia ad uso domestico che consente di trasformare i propri rifiuti in energia da utilizzare per la propria abitazione (GIA' disponibile). Quanti problemi in meno avremmo?Ringrazio Messora e il suo blog (e naturalmente Nino Galloni), sono curioso di vedere quanti riprenderanno la notizia che dal mio punto di vista è clamorosa.

lunedì 29 aprile 2013

TELECOM-ITALIA & CALL CENTER IN ROMANIA.

Che fortuna abbiamo. Un nuovo governo di cambiamento da cui è piovuta una raffica di novità: saremo tutti salvi. Le promesse in campagna elettorale devono essere matenute, a parole! Fino a quando gli italiani continueranno a bersi le bugie di questi professionisti dell'inganno non è dato a sapersi. Intanto,  chi può scappa dall'Italia. In particolare le aziende che possono delocalizzano le loro attività, o meglio alcune fasi delle loro attività. In particolare quelle che riguardano il lavoro: producono all'estero ma vendono in Italia. Producono dove la manodopera costa poco (niente) e continuano a vendere prodotti e servizi in Italia con prezzi vertiginosi. Per esempio la Telecom nonostante in Italia possa godere di indubbi vantaggi rispetto ai concorrenti (è propietaria dei tralicci elettrici e del cosiddetto utlimo miglio), trasferisce all'estero opportunità di lavoro in un periodo già duro sul versante occupazionale.

Telecom, l’assistenza risponde dalla Romania
di
O dall'Albania. La società punta a tagliare i costi della divisione Caring Services. In Italia 32mila lavoratori in solidarietà.
Squilla il telefono. «Buongiorno, chiamo dalla Romania per Telecom Italia. Acconsente a parlare con me?». Chissà quanti italiani, rispondendo a una chiamata, avranno già sentito questa formula. A presentarsi, dall’altro capo del filo, sono gli operatori dei call center Telecom nell’Europa orientale, costretti dalla legge 134 dell’agosto 2012 a rivelare la provenienza della telefonata.
Gestiscono servizi di customer care e sollecito nei pagamenti, e contattano i clienti italiani da città come Bucarest o Tirana. Inutile chiedere quali siano le loro condizioni di lavoro: «Non posso parlare…Ma ci pagano poco, veramente poco», risponde un’operatrice rumena.
IN ITALIA, SOLIDARIETA’ PER 32 MILA DIPENDENTI. Se i posti di lavoro emigrano a Est, quel che resta in Italia vede un drastico ridimensionamento. Lo scorso 27 marzo Cgil, Cisl e Uil hanno siglato con Telecom un accordo che prevede contratti di solidarietà per 32mila dipendenti e la collocazione in mobilità per altri 500. Un compromesso raggiunto dopo una lunga trattativa, per scongiurare (almeno momentaneamente) la “societarizzazione” della divisione commerciale e delle aree staff di Telecom Italia.
PATTO SINDACALE CONTRO LA SOCIETARIZZAZIONE. A fine 2012, l’azienda intendeva scorporare le attività di call center e di customer care affidandole a una società separata; i sindacati (comprese le sigle di base) si sono opposti, ottenendo che la ristrutturazione riguardasse “solo” le sedi con meno di 50 dipendenti, che attualmente sono 46 (su un totale di 125). La loro chiusura costringerà i lavoratori a spostarsi dove saranno concentrate le attività o, in alternativa, a lavorare da casa (telelavoro), sottoponendosi a una serie di vincoli.
DA PIACENZA A MILANO, ANCHE SE LA SEDE E’ DI TELECOM. La sede “187” (il servizio clienti) di Piacenza, ad esempio, è tra quelle che chiuderanno. Ai 29 dipendenti, per lo più donne tra i 45 e i 50 anni, è stato chiesto di trasferirsi presso la sede di Milano, a più di 60 chilometri da casa. Ecco perché, nonostante la Cgil abbia firmato l’accordo con Telecom, le sezioni provinciali del sindacato riescono difficilmente a gestirne l’applicazione: «Non si capisce dove sia il risparmio, visto che il locale del call center  non è in affitto ma è una sede Telecom da sempre», racconta Mattea Cambria, della Cgil piacentina. «Senza contare che i turni, a Milano, partirebbero dalle sei del mattino fino a mezzanotte. Come potranno raggiungerla i lavoratori, gran parte dei quali vive in collina? Chiedere loro di andare a Milano è come costringerli a licenziarsi».
A Tirana e Bucarest la paga oraria è di 2 euro l’ora.
Le dipendenti di Piacenza, tra l’altro, si sono messe in contatto con le loro colleghe in Romania, dopo essere state sollecitate da utenti insoddisfatti del servizio: «Hanno scoperto che la paga oraria delle operatrici di Tirana e Bucarest non supera i due euro l’ora», spiega ancora Cambria; «Ecco perché, nonostante la qualità del lavoro non sia la stessa, l’azienda preferisce abbandonare l’Italia».
CHIUSURA IN VISTA ANCHE PER POTENZA. Nel Mezzogiorno la situazione è anche peggiore: in Basilicata la presenza di Telecom si assottiglia di anno in anno, e la chiusura della sede di Potenza è solo l’ultimo di una serie di colpi. Nella sede Telecom del capoluogo lucano lavorano circa 40 persone, tutte donne sulla cinquantina: «Ad oggi non sappiamo né la data del trasferimento, nel la destinazione», spiega Anna Rosselli, della Cgil Basilicata. «Le lavoratrici sono convinte che il telelavoro sia solo il preludio al licenziamento, anche perché erano già in contratto di solidarietà dalla precedente riorganizzazione. La verità è che Telecom sta abbandonando questo territorio, così come Enel e Poste Italiane».
IL COSTO DEGLI OPERATORI SUPERA DEL 30% LA MEDIA DI MERCATO. In un documento dello scorso febbraio sulla divisione “Caring services”, Telecom stima che il costo dei propri operatori superi quello di mercato del 30%. Troppe sedi e poco flessibili: di qui, la necessità di razionalizzare la presenza sul territorio, per recuperare produttività e competitività. «Rendere più competitiva l’azienda significa peggiorare le condizioni di lavoro, come dimostra l’accordo del 27 marzo che noi non abbiamo firmato», sostiene Fulvio Macchi dello Snater, sezione delle telecomunicazioni del sindacato Usb. «Per evitare il distacco dei servizi alla clientela, le sigle confederali hanno accettato tutta una serie di ricatti da parte dell’azienda: dalla chiusura di alcune sedi, agli spostamenti sul territorio dei lavoratori, fino a un aumento dei carichi di lavoro, in evidente contraddizione con i 32mila contratti di solidarietà e con le 500 collocazioni in mobilità».
IL TELELAVORO MONITORATO DA UNA WEBCAM. L’accordo, in effetti, prevede l’adozione di misure fortemente contestate: in caso di telelavoro, ad esempio, i dipendenti si vedranno installare in casa propria, sulle postazioni di lavoro, delle webcam. «Andranno accese affinché il responsabile controlli l’inizio e la fine dell’attività lavorativa, e ogni volta che vorrà comunicare con le lavoratrici», spiega Macchi. «Fino ad oggi, nel telelavoro era prevista solo la comunicazione vocale, il video non era permesso. Ora cambia tutto».
Ai tecnici viene installato in macchina un geolocalizzatore.
Controlli simili scatteranno anche per i tecnici, che si spostano da un cliente all’altro per prestare l’assistenza richiesta: «Pensi che si ritroveranno in macchina dei geolocalizzatori, che indicheranno ai superiori ogni loro spostamento durante la giornata, minuto per minuto». Inoltre, il rendimento dei lavoratori potrà essere comparato a fini disciplinari: chi produce poco sarà passibile di sanzioni.
LA SOCIETARIZZAZIONE, COMUNQUE, NON E’ ESLCUSA. Nonostante la chiusura di tante sedi e l’incerto destino di migliaia di persone, l’accordo non esclude affatto la “societarizzazione” della divisione “Caring services”: le misure di recupero della produttività, infatti, saranno oggetto di verifica tra un anno, il primo aprile del 2014:
Gli esiti di tale verifica […] costituiranno elemento di valutazione in relazione alla decisione aziendale di procedere alla societarizzazione di Caring Services. Sino a tale data l’azienda non attiverà iniziative in tal senso; nella stessa sede di verifica si valuterà l’eventuale introduzione dell’orario di lavoro settimanale a 40 ore.
«Negli ultimi anni molti dipendenti hanno subìto contratti di solidarietà, con decurtazioni di salario fino al 47%», precisa ancora Fulvio Macchi, «e oggi vogliono applicarli a 32mila lavoratori, con tagli che potranno toccare il 15% dello stipendio. Senza contare i 500 lavoratori in mobilità, di cui solo 200 saranno pensionabili. Gli altri andranno a riempire le fila degli esodati». Una situazione intricata, che coinvolge decine di migliaia di operatori in tutto il Paese. «Gli unici che non hanno subìto conseguenze sono i dirigenti, che oggi in Telecom sono 694».

giovedì 18 aprile 2013

REDDITO DI CITTADINANZA: SI PUO'

Quando ne ha parlato Grillo, risata! Si sa, è un comico. I commenti denigratori dei sazi, o saggi come li chiamano, sono piovuti consistenti.
Di fronte alle considerazioni della gente comune alle quali invece appare tutt'altro che malsana come idea, gli architetti del sociale hanno opposto il loro pragmatismo: insostenibile economiocamente il giudizio lapidario.
Personalmente ritengo tutt'altro che irrelizzabile l'obiettivo. Anzi, può diventare un'occasione di rilancio economico del teritorio coinvolto nell'iniziativa. Si parla molto di un welfare territoriale, eccone un possibile esempio.
Il meccanismo è molto semplice: il cittadino dovrebbe acquistare prodotti o servizi presso soggetti economici convenzionati (commercianti, artigiani, professionisti), che li offrirebbero a prezzi scontati. L'importo dello sconto, verrebbe versato in un fondo gestito da un soggetto di fiducia (comune?) e accantonato a nome della persona stessa che potrà utilizzarlo al momento opportuno (entro un tempo prefissato) per delle motivazioni specifiche (tasse locali, scolastiche...) o destinarlo ad opere di bene (locali)
Immaginiamo un comune di 5000 abitanti, quanti sarebbero i soggetti economici interessati ad averli come potenziali clienti fidelizzati? Si otterrebbe anche il risultato di mantenere nell'ambito territoriale parte della ricchezza delle persone residenti in quel territorio.
Tornerò sul reddito di cittadinanza in quanto l'argomento in quanto viene spesso liquidato con argomentazioni tipo la non sostinibilità economica e a mio modo di vedere non è vero.

ALTRO PACCO IN ARRIVO

La perdita di sovranità da parte dei paesi che fanno parte dell'unine europea, continua velocissima. Manca la ratifica del consiglio, dopodichè il TWO PACK entrerà in vigore direttamente a partire dal 1 Gennaio 2014. Senza nemmeno che i singoli recepiscano il provvedimento, con l'approvazione del Consiglio composto dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri, dal Presidente della Commissione europea Barroso e presieduto da Van Rompuy diventerà operativo.
In pratica, la Commissione europea avrà il potere di veto sui bilanci nazionali, potrà chiedere che vengano modificate decisioni prese dai governi, fino ad emanare sanzioni per costringerli ad adeguarsi alla politica economica.
Non so se questo SECONDO PACCO è l'ultima delle decisioni prese per ridurre ulteriormente la libertà dei singoli paesi, di certo si aggiunge ai vari FISCAL COMPACT, MES eccetera che soffocano la povera gente.
Manca l'approvazione del consiglio, speriamo non arrivi.

martedì 16 aprile 2013

STIPENDI E RISPARMI (ANCORA) MENO SICURI.

Brutte notizie per i lavoratori dipendenti e per coloro che percepiscono la pensione. Nelle pieghe del Decreto Salva Italia si rileva che sarà possibile da parte di eventuali creditori ottenere il pignoramento della pensione (cosiddetto pignoramento presso terzi). I pensionati rischieranno così di perdere tutta la rata mensile e non più solo un quinto, come previsto dal codice di procedura civile.
Lo stesso allarme è scattato anche per chi vive di busta paga. Il d.l. riguarderebbe infatti pure i lavoratori dipendenti percipienti salario mensile in busta paga. Sostanzialmente sarebbe stato legalizzato il superamento del limite del "quinto pignorabile" previsto invece dal codice di procedura civile.
Fermo restando quanto previsto dalle norme, è stato semplicemente trovato un escamotage che consente di rivalersi per intero, grazie al fatto che, da dicembre 2012, anche pensioni e stipendi, se superiori ai mille euro, non sono più pagabili in contanti ma esclusivamente tramite conto corrente bancario, postale o libretto di risparmio.
A partire dal mese di dicembre dello scorso anno, in coincidenza col pagamento della tredicesima, l'obbligo di accredito sul conto si è esteso a gran parte dei lavoratori dipendenti e dei circa 16 milioni di italiani che percepiscono una pensione giacchè molti di loro hanno superato il limite di legge
Non meno brutte sono le notizie per i risparmiatori, infatti dal 2013 chi ha investito in titoli di Stato possono essere soggetti a una decurtazione di capitale esattamente come è successo in Grecia. E mica di poco: Le percentuali sono a seconda dei casi 75%, 66 e 2/3%, e in alcune occasioni 50%.
Il meccanismo è da Stato autoritario:  mediante un accordo tra l’Emittente (lo Stato o Ente collegato) e una percentuale di detentori (gli investitori). Per capirci: in caso di crisi lo Stato italiano si accorda con le banche e i fondi che possiedono i titoli di Stato italiani e poi estende gli accordi ai piccoli risparmiatori, alle aziende, alle famiglie, alle banche che non hanno partecipato all’accordo. Il decreto è valido dal 1 gennaio 2013 per tutte le emissioni di titoli di Stato italiani con durata superiore a un anno
Questo significa che i Btp e i Cct non sono più sicuri.

mercoledì 10 aprile 2013

SUGGERIMENTO per GLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI.

Prima di raccontare la verità sui miliardi che lo stato deve alle aziende (e permettere alle persone di valutare per quello che è il gesto supervalutato dell'amministrazione di varese di pagare un arretrato), mi è d'obbligo suggerire la lettura di un post tratto dal blog del sig. Lannes (a proposito a chi volesse aggiornarsi sulle nefandezze delle istituzioni, ne consiglio una lettura costante).

Poichè tutti sembrano disperarsi per accordarsi su una legge che in qualche modo regolamenti i mega stipendi dei parlamentari, ebbene c'è già da tempo e basta applicarla!

Se non riescono ad accordarsi la soluzione esiste già, non dico di riprenderla per com'è ma almeno di partire da essa.

Buona lettura.

 

10.4.13

PARLAMENTARI: 1000 EURO AL MESE E ZERO PRIVILEGI




 di Zorro

Il ragioniere Grillo senza contraddittorio le spara sempre più grosse, dimenticando le balle della campagna elettorale. Tranquilli! Il padrone del Movimento 5 Stelle ha promesso ai fedeli servitori "6 mila euro al mese".

Il 20 gennaio dello scorso anno, l'amico Gianni Lannes ha pubblicato sul blog SU LA TESTA! il seguente articolo. Allora, grullini che ne direste di 1000 euro al mese e non se ne parla più. Lo prevede una legge dello Stato, purtroppo dimenticata, ma sempre in vigore.

Se la politica è servizio e i politicanti - come dice il cabarettista Grillo - sono i nostri dipendenti, allora non avete altra scelta, altrimenti via dal palazzo, a lavorare! 

Prendere o lasciare, perché non avrete un'altra occasione di entrare nel transatlantico. Il popolo italiano sarà fesso ma non è scemo.

Grillini, ma i vostri padroni Casaleggio & Grillo ce l'hanno il coraggio di affrontare in un confronto pubblico qualcuno che gliele suona per davvero? Hanno una fifa matta?


Camera dei Deputati.
di Gianni Lannes

Che ne dite di un referendum popolare per cancellare radicalmente i privilegi della casta? La politica è una missione al servizio della collettività. Allora, vuoi fare il politicante a Roma? Accontentati di un migliaio di euro al mese, altrimenti a casa. Niente di nuovo: lo ha già dettato la Costituzione. Lo stipendio equo per senatori e deputati italiani è 1.138 euro netti al mese. Lo hanno stabilito i costituenti con la legge 9 agosto 1948, numero 1102: «Determinazione dell’indennità spettante ai membri del Parlamento». Le firme sono tutte di uomini d’altri tempi e tempra. La prima è quella di Luigi Einaudi, la seconda è quella di Alcide De Gasperi, la terza è quella di Ezio Vanoni, ministro del Bilancio e delle Finanze, e la quarta quella di Giuseppe Pella, ministro del Tesoro. Timbro posto dal guardasigilli Giuseppe Grassi.

«Ai membri del Parlamento è corrisposta una indennità mensile di lire 65 mila». Una somma che con l’inflazione e la rivalutazione monetaria in 64 anni equivale attualmente a 2.204.800 lire, pari appunto a 1.138 euro. Netti. Ai parlamentari era concesso «un rimborso spese per i giorni delle sedute parlamentari alle quali essi partecipano. La misura di tale diaria sarà stabilita dagli uffici di presidenza delle rispettive Camere, tenendo conto della residenza o meno nella capitale di ciascun membro del Parlamento». A differenza di oggi dunque si rimborsavano le spese di alloggio a Roma per fare i parlamentari solo per i giorni in cui c’erano sedute e solo ai parlamentari che effettivamente erano presenti. Era vietato il cumulo della indennità parlamentare con gettoni di presenza o qualsiasi tipo di incarico conferito dallo Stato o da un ente pubblico. Quella legge è stata abrogata dalla successiva legge 31 ottobre 1965, numero 1261 (trattamento economico dei parlamentari) che ha aperto una gran confusione sullo status degli onorevoli, affidando i loro stipendi agli interna corporis (con un tetto massimo non  quantificato, ma legato allo stipendio di un presidente di sezione della Corte di Cassazione). Allora: tagliamo subito lo stipendio agli onorevoli.


SU LA TESTA! (20 GENNAIO 2012):

 http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/01/parlamentari-1000-euro-al-mese-e-zero.html

martedì 9 aprile 2013

LA FREGATURA DEL PAGAMENTO DEI 40 MILIARDI ALLE AZIENDE.

Televisione, radio e stama unanimi. Il pagamento degli arretrati partorito nel fine settimana dal governo (a proposito, durante la settimana cosa facevano per essere costretti a riunirsi di Domenica?) mi ha insospettito.
A BREVE la verità sulla balla del pagamento di 40 miliardi alle aziende!

sabato 6 aprile 2013

COME RECUPERARE SOLDI IL GOVERNO 2: ASSENSO APPARENTE DEI 5STELLE

NATURALMENTE NON E' VERO!
La dimostrazione mi permette anche di rallegrarmi per quello che aspettavo da tempo. I 5Stelle iniziano a parlare e posso assicurare che non sarà facile disinnescare gli effetti (speriamo continuino).
Ricordate quei 100 miliardi di evasione dalle società che hanno in concessione il gioco d'azzardo?
ne ho parlato in uno dei post passati, "qualcosa di politico 18. 98 miliardi di euro".
Il blog di SergioDiCoriModigliani che recentemente ha campbiato veste ne cita la notizia
Anzitutto scopriamo, almeno lo scopro io, che dodici anni fa, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema chiusero un accordo, per cui alla sinistra spettava il controllo “politico” delle sale Bingo, alla destra quella delle slot machines. Non è bellissimo il governo delle larghe intese? Quello che serve agli italiani?  Spartirsi il territorio, altro che bene degli italiani!
Le concessioni governative comunque finirono ad alcune aziende, poi accusate di una mega evasioni fiscale che poi in qualche modo venne messa a tacere con qualche soluzione.
Accade adesso, invece, che i 5Stelle chiedono che il governo intervenga subito per far valere lo Stato di Diritto pretendendo ed esigendo l’immediato pagamento dei 98 miliardi dovuti all’erario (per lo più ascrivibili alla famiglia mafiosa messinese dei Corallo, proprietari della società madre Atlantis, con sede in Florida, Usa, e le sue 12 sotto-società operanti nel territorio della Repubblica Italiana). Poichè, guarda caso, l'importo coincide con l'importo delle fatture non pagate dallo stato alle aziende, capite bene l'importanza dell'iniziativa.
Sai quante aziende in meno fallite?
Ci tengo a completare questo intervento con un'altra iniziativa di quelle che farranno molto rumore e che probabilmente i soliti noti speravano restasse nascosta:
Intervento Integrale alla Camera dell’on. Giulia Grillo del M5s. 03/04/13

per non rovinare con parole mie la portata dell'iniziativa, cui associo la più grande soddisfazione e la preghiera a continuare su questa strada
Premesso che nelle prossime settimane andranno in scadenza le nomine dei vertici delle più importanti società partecipate quali Gruppo Ferrovie dello Stato, Gruppo Poste Italiane, Gruppo Finmeccanica, Cassa Depositi e Prestiti e Gruppo Enel,
premesso che queste nomine sono di competenza del Governo,
che l’attuale governo è dimissionario, che ci sono dubbi sulla sua piena operatività, che le commissioni parlamentari non sono state ancora costituite.
Il movimento 5 stelle chiede che il Presidente del Consiglio venga in aula a riferire se il Governo intende assolvere a questo compito o delegarlo ad un nuovo governo,
In ogni caso è intenzione del movimento cinque stelle garantire la massima trasparenza nelle nomine che comportano una partecipazione statale e quindi dei cittadini,
chiediamo che vengano indicati i criteri in base ai quali si sceglieranno le figure preposte a ricoprire questi incarichi
che i curricula dei candidati prima della loro nomina vengano pubblicati on line sul sito istituzionale del Governo di modo tale che possa essere esercitato al meglio il potere di controllo da parte del Parlamento e dei cittadini, che vengano scelte personalità competenti, che non versino in situazione di conflitto di interessi e che possano con la loro professionalità operare con l’unico scopo dell’interesse pubblico senza condizionamenti di sorta.
BELLISSIMO! BRAVI 5STELLE! BRAVA la GIULIA GRILLO!

P.S.: le interrogazioni risalgono a qualche giorno fa, perchè non sono state pubblicizzate almeno con un comunicato stampa?


COME PUO' RECUPERARE SOLDI IL GOVERNO 1

Ormai lo dicono tutti e bisogna riconscere a DAGOSTINO ad essere stato tra i primi a raccontare il motivo per cui i soldi stampati dalla banca centrale europea finivano nelle casse delle banche al 1%.
Non potevano essere distribuiti alle azinede perche venivano (vengono) utilizzati per ricomprare il debito pubblico italiano giacente nelle casse delle banche degli altri paesi europei.
In attesa che qualcuno mi spieghi perchè le banche italiane non possano fare altrettanto e debbano invece tenersi in pancia i titoli delle banche suddette, è chiaro che la situazione sia peggiorata a velocità supersonica. Risultato le banche sono senza soldi perchè riacquistano il debito pubblico e lo stato pure col problema quotidiano di salvare le banche. Credo che il meccanismo valga non solo per il nostro paese ma per tutti i paesi SFIG. No, scusate,l'acronimo è PIGS. Insomma quelli più o meno come il nostro.
Ovviamente s'è creata la situazione che vediamo quotidianamente: le aziende chiudono, diminuiscono i diritti acquisiti della gente comune, compreso la mancanza di lavoro con annesso suicidio (quest'ultima pratica costantemente oscurata), ma l'unico problema dello stato è salvare le banche.
A Cipro hanno pensato di salvare le banche procedendo ad una bella spalmatura delle necessità finanziarie sui conti correnti (al di sopra di un certo valore). La faccenda ha preoccupato praticamente tutti, tranne i soliti noti che i capitali in Italia hanno già provveduto a farli  sparire, come dimostra una recente inchiesta di cui si conoscono solo i primi nomi ma che sta facendo tremare in molti: qui trovate qualche dettaglio
Dicevo delle preoccupazioni, gli architetti delle fegature si sono prodigati a spiegare che da noi non succederà mai, che i nostri depositi sono sicuri eccetera. Inutile dire che spesso quando negano è come se confermassero,  ci pensa invece uno che se intende a sostenere che l'ipotesi è tutt'altro che inverosimile. FEDERICO GHIZZONI che è solo l'amministratore delegato di UNICREDIT in uno dei soliti convegni per gli addetti ai lavori, quelli che a noi non fanno vedere, preannuncia che forse, se, tenendo conto che...
Insomma, si può fare.
MA, SARA' COSI'? L'UNICA POSSIBILITA' E' PESCARE SEMPRE DALLE STESSE TASCHE?











venerdì 5 aprile 2013

IL SILENZIO ASSENSO DEI 5STELLE E IL DIMEZZAMENTO DELLE BORSE DI STUDIO AGLI ORFANI DELLE VITTIME DI STATO

Non vogliono mescolarsi con la politica della casta. C'è da capirli!
Ma con 100 e più parlamentari qualcosa possono iniziare a dire (IN ATTESA DEL FARE). 
Mentre non proferiscono parola, i giornalisti li inseguono ovunque in attesa dell'apertura della bocca...per parlare, pendono dalle loro labbra in attesa di una parola qualsiasi neanche fossero il Papa. S'inventano interpreti e retroscenisti per le banalità più assurde e primi piani sonnacchiosi nel consesso parlamentare e null'altro.
Suggerisco ai parlamentari dei 5Stelle di  cogliere l'occasione della presenza dei giornalisti almeno per esprimere pubblicamente il dissenso per quello che non ritengono giusto. Il megafono/mentore dei M5S (così definiscono Grillo i grillini) consenziente rispetto la continuità del governo Monti, in attesa di nuove soluzioni, si spera non ne approvi l'operato.
Per esempio di questi giorni è il dimezzamento delle borse di studio in favore degli orfani delle vittime di stato. In una lettera al presidente della repubblica, l'associazione "Vittime del dovere" ha denunciato la gravità della decisione, appresa tra l'altro direttamente dal bando.
In attesa di raccontarVi il mio parere sulla reale motivazione a quest'atto indegno (insieme ad alcuni altri), registro che hanno giustificato la decisione appellandosi alla riduzione delle spese. Sorvolo sulle indennità milionarie dei politici cosiddetti trombati alle ultime elezioni e sulla velocità supersonica della liquidazione degli importi, alla faccia delle attese quasi quinquennali nella liquidazione delle fatture ai fornitori. Mi vien da dire perchè proprio sempre bisogna partire dagli ultimi a tagliare?
Dato che il contenimento della spesa pubblica merita ampio spazio soprattutto quando trasuda d'ingiustizia, dato che tutti i giornalisti aspettano con ansia qualsiasi parola dei 5Stelle, potrebbero gli stessi iniziare ad attirare l'attenzione su vicende di cui nessuno parla?

P.S.: HEI 5STELLE, CI SIETE? almeno voi!

lunedì 1 aprile 2013

OBSOLESCENZA PROGRAMMATA (ANCHE PER I SEMI)

Beh, diciamocelo! Il sospetto lo avevamo da tempo.
Mi riferisco alla rottura di elettrodomestici o paraSimili (vedi le stampanti) appena dopo il termine di scadenza della garanzia. Personalmente aggiungo che ci sia un passaggio ancora più sofisticato (se così si può dire), per cui dopo un tot tempo si rompe qualcosa che riparare costa più che ricomprare (e qui torno alle stampanti come esempio). E quindi si ricompra.
Ma, di sofisticato in sofisticato, l'obsolescenza non riguarda più solo questi oggetti.
Pensate che quasi tutte le sementi di nuova generazione (biotech), sono prodotte con la tecnica del "TERMINATOR". In pratica, viene introdotto un gene che porta la pianta al "SUICIDIO"(la stessa tecnica d'istigazione adoperata per le persone che non vedono più soluzione alla propria quotidianità) dopo il primo raccolto. Essendo le sementi brevettate, devono essere ricomprate ogni anno. Inutile sottolineare che questa "oppurtunità" favorisce la creazione di un monopolio delle risorse alimentari.
La situazione ha dell'incredibile considerando che se il contadino confinante usufruisce degli effetti dell'impollinazione sarà possibile esigere il pagamento dei diritti d'autore.
Non è finita, in America uno degli ultimi dispositivi di legge che riguarda la spesa pubblica (HR933) alla sezione 735 (soprannominato "Monsanto Protection Act") prevede l'immunità dai tribunali federali per quanto riguarda le azioni legali conseguenti da raccolti che dovessero risultare dannosi.
Per essere chiari se p.e. dovesse emergere, a fronte di studi specifici, che raccolti provenienti da semi Monasanto sono la causa di una ondata di cancro, non solo la stessa potrebbe continuare a vendere il prodotto ma non sarebbe neppure perseguibile.
Il massimo è che a realizzare il dispositivo giuridico sono stati i consulenti della Monsanto e poi Obama (lui)ha controfirmato (sigh).

http://www.lettera43.it/stili-vita/elettrodomestici-programmati-per-rompersi_4367588439.htm

SE GLI EURO SONO NOSTRI, PERCHE' DOBBIAMO RENDERLI?

Che fosse una fregatura l'euro ormai l'hanno capito tutti. Quei primi dubbi all'indomani della trasformazione della lira in euro, quando d'improvviso ci siamo trovati con la metà delle nostre possibilità, sono gradualmente diventati tragica realtà. Del resto dopo non molto tempo, uno dei grandi firmatari dell'eurofregatura (PRODI), disse che non ci furono i controlli dovuti (salvo dimenticarsi volutamente di dirci chi cavolo doveva farli questi controlli).
Tuttavia questa faccenda è niente se confrontata alla truffa che è alla base della proprietà giuridica dell'euro. Di seguito una chiarificazione che lascia sgomenti, soprattutto quando penso alla povera gente che si togli la vita.
BUONA LETTURA

di Francesco Filini
Finalmente arriva la risposta all’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Marco Scurria sulla natura giuridica dell’€uro, e finalmente arriva la conferma: ci stanno truffando. Ci hanno sempre truffati. Ma andiamo per ordine.
Marco Scurria aveva chiesto chiarimenti sulla risposta data dalla commissione europea alla prima interrogazione sulla proprietà giuridica dell’euro presentata dall’On. Mario Borghezio, nella quale si affermava che nella fase dell’emissione le banconote appartengono all’Eurosistema, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto sulle quali vengono addebitate. Attenzione perchè le parole negli atti ufficiali e nel linguaggio tecno-eurocratico vanno soppesate per bene. Quindi il commissario Olli Rehn rispondeva a Borghezio che la proprietà delle banconote cartacee (dove troviamo ben impressa in ogni lingua dell’Unione la sigla della Banca Centrale Europea) è dell’EUROSISTEMA. Ma cos’è quest’Eurosistema?
“L’Eurosistema è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno introdotto la moneta unica. L’Eurosistema e il SEBC coesisteranno fintanto che vi saranno Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro.”
Questa è la definizione che si legge sul sito ufficiale della BCE. Quindi le Banche centrali nazionali stampano le banconote e si appropriano del loro valore nominale (ad Es. se stampare un biglietto da 100 ha un costo fisico per chi lo conia di 0,20 centesimi – valore intrinseco – le BCN si appropriano anche del valore riportato sul biglietto stampato). E l’On Scurria chiedeva quali fossero le basi giuridiche su cui poggiava l’affermazione del Commissario Olli Rehn:
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000302/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Marco Scurria (PPE)
Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro
In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.
Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione?
Nei tempi stabiliti dal Parlamento Europeo arriva la risposta:
IT
E-000302/2012
Risposta di Olli Rehn
a nome della Commissione
(12.3.2012)
L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea costituisce la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote e monete in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali). La proprietà delle banconote e delle monete in euro dopo l’emissione da parte dell’Eurosistema è disciplinata dalla legislazione nazionale vigente al momento del trasferimento delle banconote e monete al nuovo proprietario, ossia al momento dell’addebito del conto corrente bancario o dello scambio delle banconote o monete.
Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l’addebito, a chi ha accettato di indebitarsi. Non solo. Olli Rehn, per giustificare l’affermazione secondo la quale rispondeva a Borghezio che l’Euro appartiene nella fase dell’emissione all’Eurosistema, cita l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dove nel comma 1 si legge:
La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.
E’ chiarissimo. Non c’è scritto da nessuna parte che la proprietà giuridica dell’euro emesso appartiene alla BCE o alle BCN. C’è soltanto scritto che la BCE può autorizzare l’emissione di euro a se stessa e alle BCN, dovendo controllare l’inflazione nella zona euro, così come stabilito dal Trattato di Maastricht. Ribadisce che solo l’Eurosistema può stampare le banconote o creare elettronicamente i valori nominali. Ma nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente che si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio.
Ciò che diceva il prof. Giacinto Auriti trova finalmente conferma in un atto ufficiale della Commissione Europea: le Banche Centrali si appropriano del valore della moneta perchè emettono solo addebitando, prestando, e il prestare è una qualità esclusiva del proprietario. Auriti chiamava questo meccanismo la truffa del signoraggio, parola sulla quale oggi si fa volutamente grande confusione, essendo per la massa direttamente associabile alla farfallina di Sara Tommasi e a qualche improbabile personaggio del mondo della politica che fa avanspettacolo che le si accompagna.
Non a caso l’indomito professore dell’Università di Teramo aveva denunciato la Banca d’Italia (organismo privato in mano per il 94% a banche commerciali e fondazioni bancarie) per truffa, associazione a delinquere, usura, falso in bilancio e istigazione al suicidio (grave piaga dei tempi nostri). Infatti la moneta, essendo il mezzo di scambio con il quale i cittadini riescono ad interagire tra loro dando vita al mercato, ovvero riuscendo a scambiarsi reciprocamente beni e servizi prodotti grazie al loro lavoro, deve appartenere esclusivamente a chi lavora, ovvero al popolo. Chi si appropria indebitamente del valore della moneta non fa altro che sfruttare il lavoro del popolo, lucrare sulle fatiche e sulla produzione altrui chiedendo che gli vengano pagati gli interessi sul prestito erogato. Questa è la gigantesca distorsione del nostro tempo, questa è la Grande Usura. E sotto il giogo di questa malefica piaga, sono finiti tutti i popoli d’europa che oggi pagano sulla propria pelle una crisi sistemica e indotta, figlia di un paradigma che dal 1694 (anno di costituzione della prima Banca Centrale, la Bank of England) si è imposto sulla vita dell’uomo.

Il meccanismo dell’indebitamento degli Stati da parte di organismi privati quali sono le Banche Centrali Nazionali è presente quasi ovunque. La Federal Reserve conia negli USA il dollaro, la Bank of England conia nel Regno Unito la Sterlina, la BCE conia l’Euro. Ma per quanto ci riguarda, esiste un’abissale differenza, che rende il sistema ancora più perverso: gli Stati dell’Unione non possono ricevere il credito direttamente dalla BCE (cosa che invece accade in modo diretto e subordinato negli altri paesi, ed Es. negli USA dove il Congresso ordina di stampare e la FED esegue) ma devono finanziarsi sul mercato, la parolina magica con cui ci prendono per i fondelli. In poche parole funziona così: la BCE crea denaro a suo piacimento, lo da in prestito alle banche commerciali (Draghi ha recentemente creato circa 1000 miliardi di euro prestandoli all’1%) e queste possono decidere se acquistare o meno i cosiddetti BOND, i titoli del debito (con tassi che vanno dal 5 al 7%). Non è possibile, quindi, per i paesi della UE attuare una propria politica monetaria, pur volendo accettare il meccanismo dell’indebitamento pubblico.
Tutto è nelle mani della Grande Usura. I signori della Goldman Sachs, banca d’affari targata USA, siedono ai vertici delle grandi istituzioni bancarie, Mario Draghi ne è l’emblema. Ora hanno deciso di gestire direttamente anche le Istituzioni politiche, Mario Monti e Papademos sono i primi alfieri al servizio della Goldman.
La politica è messa sempre più all’angolo, ostaggio del sistema finanziario che controlla partiti, sindacati e mondo dell’informazione.
L’unica soluzione che abbiamo è quella di informare il più possibile. Questi meccanismi perversi devono essere conosciuti da tutti, nonostante il boicottaggio del sistema dell’informazione del regime usurocratico. Lo sforzo deve essere titanico, la volontà e la determinazione non devono piegarsi di fronte a niente.
A tutti noi un in bocca al lupo.


http://rapportoaureo.wordpress.com/2012/03/13/euro-arriva-la-conferma-dellue-ci-hanno-sempre-truffato/

nd michiamoaldo: mi viene da piangere!