sabato 27 settembre 2014

3000 EURO AL MESE (e più) DI PENSIONE, PUO' SERVIRE RIDURLI?

Inps: pensioni per 2,1 milioni di persone meno di 500 euro, per 676.401 piu’ di 3.000 euro.
Il rapporto INPS sulle pensioni, evidenzia come si giunga a risultati utili a sostenere certe posizioni. In particolare, i calcoli vengono effettuati sommando le prestazioni previdenziali a quelle assistenziali.
In questo modo l’importo delle pensioni più alte viene annacquato, favorendo la posizione di chi sostiene che riformarle incide poco rispetto le esigenze del sistema pensionistico.
La prima considerazione è che le pensioni superiori ai 3.000 euro sono in favore di 676.406 persone e rappresentano il 14,4% delle prestazioni. Quindi già molto in termini percentuali.
L’altra considerazione è che l’importo dei 266,9 miliardi, comprende prestazioni assistenziali e previdenziali.
Le prestazioni assistenziali incidono per il 46% (122,77 miliardi) che sottratte al totale (266,9 miliardi) determinano un importo di 144,13 miliardi (54% delle prestazioni) che rappresentano la parte previdenziale.
A questo punto, risulta del tutto evidente che le 676.406 persone (4,3% dei pensionati) non rappresentano più il 14,4% delle prestazioni ma quasi il 27%.

ECCO I DATI NELLO SPECIFICO.
Dalla ripartizione dei redditi pensionistici, emerge che il 43% dei pensionati (6,8 milioni di persone) percepiscono una o più pensioni d’importo mensile inferiore ai 1.000,00 al mese (lordi). Tra questi il 13,4% (2,1 milioni di persone) percepisce meno di 500,00 euro.
Insieme, assorbono il 20% circa della spesa complessiva.
Il 26% dei pensionati (4,1 milioni di persone) percepiscono tra i 1.000 e i 1.500 euro, pari al 25% della spesa complessiva.
Il 15% dei pensionati (2,4 milioni di persone) percepiscono tra i 1.500 e i 2.000 euro, pari al 20% della spesa totale.
Il restante 16% (poco meno di 2,5 milioni) percepiscono più di 2.000 euro (lordi) pari al 35,4% della spesa totale. Tra questi, 676.406 persone (il 4,3% dei pensionati) percepiscono più di 3.000 euro assorbendo il 14,4% della spesa totale.
L’INPS paga ogni mese 21 milioni di assegni (circa) a favore di 15,8 milioni di persone (circa). Le prestazioni sono oltre 17,3 milioni (83% delle prestazioni), quelle assistenziali sono 3,7 milioni (pari al 17% delle prestazioni).
Nel 2013 le pensioni INPS liquidate sono state 1.110.817, di cui 596.675 (il 54%) sono prestazioni previdenziali e 514.142 (46%) sono prestazioni assistenziali.
Nel 2013 la spesa pensionistica complessiva (lorda) ha avuto un incremento del 2,1% rispetto al 2012, passando da 261,5 a 266,9 miliardi.

Il rapporto tra contribuenti e pensioni è in media di 126,4 iscritti su 100 pensioni in pagamento, in diminuzione rispetto al 2012 quando la media era 129,2

martedì 23 settembre 2014

UN FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE: CHI LO GESTISCE?

“Monitoriamo da vicino questa nuova iniziativa”, la replica di Chiara Bonanno, responsabile del Comitato promotore per i diritti dei Caregiver. “Non riesco a capire per quale ragione sia necessario affidare fondi pubblici ad associazioni, fondazioni ed enti senza scopo di lucro selezionati dal ministero quando si potrebbe invece facilmente aiutare direttamente chi sta vicino al disabile.
Inequivocabile il pensiero, cui aggiunge:
”E ancora meno comprendo perché la legge punti tutto sull’affidamento del disabile a strutture terze che lo sradicano dal suo contesto. Tanto più che mi risulta che molte residenze non abbiano personale sufficiente per la gestione dei loro ospiti”, nella migliore delle ipotesi uno a otto ” nonostante l’enorme costo sostenuto dallo Stato per questo servizio”. 
Secondo Chiara Bonanno, un disabile istituzionalizzato, ovvero affidato ad una struttura specializzata, costa alle casse pubbliche fra i quattrocento e i mille euro al giorno. “Denaro che se ne va in minima parte per l’assistenza e per di più viene speso per i costi legati alle strutture sia fisiche sia amministrative delle case di cura – conclude -. Tenuto conto di questa situazione perché la politica non valuta un più efficiente e meno costoso supporto domiciliare? Non vorremmo dover scoprire che si preferisce un modello istituzionalizzato solo per far spazio a grossi interessi politici e economici”.
Molto chiara la posizione espressa, che suscita dubbi interessanti e da tenere sotto osservazioni.

Occorre ringraziare ciascuna delle persone ricordate a riguardo del fondo che si vorrebbe costituire, a loro va riconosciuto il merito di tenere alto il livello di interesse delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un argomento di estrema importanza.

michiamoaldo

sabato 20 settembre 2014

UN FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE: CHI LO GESTISCE?


ILEANA ARGENTIN è una deputata responsabile nel Partito Democratico per i diritti dei disabili (lei stessa è affetta da una grave malattia), già nelle passate legislature si è fatta promotrice di una proposta di legge “per garantire un futuro dignitoso ai disabili gravi dopo la morte dei genitori”. Recentemente ha promosso una petizione online su CHARGE.ORG per chiedere un intervento urgente e l’approvazione della legge entro il 3 Dicembre, giornata mondiale della disabilità.
Il progetto di legge prevede finanziamenti per associazioni e soggetti del terzo settore attivi nell’assistenza alla persona con disabilità e, in risposta ad alcune obiezioni, la deputata ha promesso un emendamento per consentire ai familiari di tenere con sé la persona disabile. Nessun tentativo, dunque, di istituzionalizzare il disabile attraverso l’approvazione di un fondo (300 milioni) destinato a loro.
La proposta di legge, include l’istituzione di un FONDO (300 milioni la dotazione) con risorse pubbliche e private in grado di finanziare programmi di intervento affidati ad onlus riconosciute, progetti di costruzione di case famiglia o altre soluzioni in favore dei disabili. Prevedendo anche agevolazioni fiscali e forme di detrazione per i privati che stanzieranno fondi per il medesimo obiettivo.

La gestione del fondo nella visione della deputata è destinata ad organismi accreditati, a differenza di una proposta che vede le direttamente le Famiglie in prima linea nella gestione delle risorse.

michiamoaldo

sabato 13 settembre 2014

IL CAREGIVER NEL PIANO DI ASSISTENZA INDIVIDUALE


La DGR740 “approvazione del programma operativo regionale in materia di grave e gravissima disabilità di cui al fondo nazionale per le non autosufficienze anno 2013”, prevede un’attenzione particolare in merito alla PRESA IN CARICO della persona non autosufficiente.

E’ prevista una stretta collaborazione tra ASL e Comuni, con interventi individuati attraverso una valutazione sulla persona nel suo insieme, da parte di una equipe di professionisti.

In regione Lombardia, la modalità con la quale la persona non autosufficiente viene presa in considerazione, prevede la predisposizione di un PIANO di ASSISTENZA INDIVIDUALE che tiene sempre conto del ruolo svolto dalla Famiglia, e quindi del CAREGIVER, nella cura della persona fragile.

Tra gli strumenti a sostegno delle attività del caregiver, c’è il BUONO SOCIALE MENSILE, anche a diversa intensità e fino ad un massimo di 800,00 euro, finalizzato a compensare le prestazioni di assistenza assicurate dal Caregiver Familiare (autosoddisfacimento) e/o per acquistare le prestazioni di assistenza personale.

LA VALORIZZAZIONE DEL CAREGIVER FAMILIARE PASSA ATTRAVERSO IL RICONOSCIMENTO DEL LAVORO DI ASSISTENZA FORNITO, SIA IN TERMINI DI VISIBILITA’ SOCIALE SIA DI SOSTEGNO ECONOMICO.