martedì 28 ottobre 2014

RENZI DOCCE FREDDE E DOCCE GHIACCIATE.


Ammontava a 300 milioni per il 2008, 400 per il 2009 e altrettanti per il 2010, solo 100 milioni per il 2011. Era stato azzerato per il 2012, quindi rifinanziato con 275 milioni per il 2013.
Nel 2014 il Fondo viene ristabilito con una dotazione di 350 milioni ( di cui 75 finalizzati “in favore degli interventi di assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, ivi incluse quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica”) e in Agosto, sul sito delle regioni (www.regioni.it), un comunicato stampa di Chiamparino, presidente della conferenza Stato regioni, può annunciare l’intesa sul riparto del Fondo “si tratta di risorse ancora del tutto insufficienti, ma rappresentano una boccata di ossigeno” è uno dei commenti.

Intanto arriva lo show dell’acqua ghiacciata, ICE BUCKET CHALLENGE (poteva mancare l’inglesismo?) chiamano il divertente giochetto per raccogliere fondi per la SLA. Si sdoccia a freddo anche il presidente Renzi, sempre attento al sociale, ma contemporaneamente arriva la gelata della diminuzione di 100 milioni del Fondo previsto nella legge di Stabilità.

Al Ministero dell’Economia difendono l’operato, confermando la diminuzione da 350 a 250 milioni (meno100) ma sottolineando che la misura diventerà “strutturale”: “In questo modo gli operatori potranno pianificare gli interventi” è il commento del sottosegretario Enrico Zanetti.

La disposizione che riguarda il Fondo è inserito in una manovra complessiva da 36 miliardi (contenuta in una legge già stata firmata da NAPOLITANO) in cui 100 milioni rappresentano meno dello 0,5%. Intanto arriva una lettera (che doveva rimanere riservata ma non si sa perché) dal presidente (uscente) della commissione europea BARROSO: i conti non tornano. Renzi e Padoan decidono di pubblicare la lettera e si affrettano a sottolineare che se mancano 1 o 2 miliardi (di euro), l’Italia può metterli domani mattina.

La domanda non è: se siamo in grado di tirar fuori 1 milardo (o due) in una mattinata, perché è così importante sottrarre 100 milioni di euro al Fondo per le Nonautosufficienze? 
La domanda è: perché non aumentare il fondo di ben più che 100 milioni?


sabato 18 ottobre 2014

ITALIA IMPEGNATA A STUDIARE L'INVECCHIAMENTO

Contrastare l’invecchiamento in sé, agendo direttamente sulla fragilità che ne rappresenta il primo segnale. Questo è l’obiettivo del primo studio clinico europeo sull’argomento, finanziato dall’IMI (Innovative Medicines Initiative) che è una partner ship pubblico-privata promosso dalla Direzione Generale “ricerca” della Commissione Europea in collaborazione con la Federazione delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche (EFPIA).
Il progetto, denominato SPRINTT, è coordinato da Roberto Bernabei direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e da Susanna Del Signore di Sanofi R & D (il gruppo dei privati oltre a Sanofi Aventis è completato da GSK, Novartis, Eli-Lilly, Servier). Coinvolge 80 ricercatori e 1500 anziani di 11 paesi europei, ha una durata biennale e vale 46 milioni di finanziamento.
L’elemento centrale di SPRINTT è costituito da un TRIAL clinico randomizzato controllato di fase III: esercizio fisico, adeguata nutrizione, ausili tecnologici. Gli ultrasettantenni saranno divisi in due gruppi di 750, il primo sarà trattato con 45 minuti di esercizio fisico specifico 3 volte a settimana, con una valutazione mensile dello stato nutrizionale e monitoraggio garantito da uno speciale orologio da polso che registrerà l’attività fisica giornaliera e le eventuali cadute. Al secondo gruppo (di controllo) di altrettante persone, saranno impartiti consigli ripetuti sul corretto stile di vita e saranno semplicemente suggeriti alcuni esercizi per la mobilità degli arti superiori.

Nell’arco dei due anni i ricercatori misureranno con precisione l’evoluzione delle condizioni fisiche dei due gruppi, valutando la capacità di camminare e di spostarsi autonomamente, di non cadere, di non ammalarsi frequentemente e di non essere ricoverati presso strutture sanitarie o assistenziali in genere. Le metodologie utilizzate e i risultati clinici saranno presentati all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) al fine di ottenere un parere regolatorio.

altre informazioni QUI

michiamoaldo

martedì 14 ottobre 2014

REGIONE LOMBARDIA LEGIFERA PER LA NON AUTOSUFFICIENZA: CHI LO SA?

La regione Lombardia con la DGR 116/2013 (1), la DGR 740/2013 e la DGR590 determinazioni conseguenti, ha fornito le linee di indirizzo per la gestione degli interventi socio-sanitari e socio-assistenziali ed educativi per le persone che si trovano in condizione di non autosufficienza.
Il programma operativo prevede le misure B1(3) e B2(4) che hanno come obiettivi finali una presa in carico personalizzata della persona, individuata attraverso una valutazione multidisciplinare da parte di equipe pluriprofessionali e una presa in carico integrata della persona, in modo da garantire l’integrazione e il coordinamento tra le prestazioni erogate dall’ASL e quelle garantite dal comune.
Le modalità di lavoro del piano, sono state concordate in data 25 Novembre 2013 tra i rappresentanti dei comuni (5) e i rappresentanti dell’ASL (6) nei rispettivi distretti socio sanitari di competenza. Ed è interessante notare la differenza di approccio in relazione al CAREGIVER FAMILIARE, tenendo in considerazione che la DGR740 prevede un buono di 800 euro/mese in favore del caregiver familiare che viene applicato in modo diverso.
Tralasciamo il limite ISEE che per ovvi motivi è differente per zona, è interessante notare come in alcuni distretti al caregiver familiare viene riconosciuta la possibilità di un riconoscimento economico in altre no. Ecco alcuni esempi: nel distretto di Varese, il valore mensile del buono è di 300 euro in presenza di assistente familiare assunto e di 250 euro se l’assistente familiare è un parente (almeno 21 ore assunto); nel distretto di Luino il valore del buono mensile va da 150 ai 400 euro/mese da 20 a 40 ore/mese per l’assistente familiare personale, 100 euro al mese se l’assistente familiare è un parente; nel distretto di Somma il valore del buono mensile va da 100 a 250 euro a seconda del numero di ore/mese dell’assistente che deve essere assunto; nel distretto di Tradate il valore del buono mensile è di 250 euro per una persona assunta per un minimo di 21 ore mensili.
Come si vede ci sono differenti sensibilità, dettate da ragioni che sarebbe interessante conoscere.

(1). “Determinazione in ordine all’istituzione del fondo regionale e sostegno delle famiglie e dei suoi componenti fragili: atto di indirizzo.
(2). Approvazione del programma operativo regionale in materia di grave e gravissima disabilità di cui al fondo nazionale per le non autosufficienze anno 2013.
(3). A favore di persone con disabilità gravissima, la cui gestione è in capo all’ASL.
(4). A favore delle persone con disabilità grave e per anziani non autosufficienti, la cui gestione è di competenza dei comuni per il tramite degli uffici di piano.
(5). Presidente dell’assemblea dei sindaci e presidente del tavolo degli assessori ai servizi sociali.
(6). Responsabile del distretto socio-sanitario e dirigenti dell’ASSI.


lunedì 13 ottobre 2014

MOROSITA' INCOLPEVOLE

MOROSITA’ INCOLPEVOLE

Il titolo parrebbe fuorviante perchè uno si chiede come possa essere incolpevole qualcuno che non paga l'affitto. Tuttavia se ci pensate è tutt'altro che improbabile di questi tempi e anzi più frequente di quanto si pensi.
Per questo motivo riprto un'opportunità garantita dalla legislazione vigente  e, accidentaccio, ancora una volta la mancanza d'informazione è crudele nelle sua efficacia. Dunque con preghiera  di diffusione vi racconto di un decreto legge che risale a 2013.
Il decreto legge 102/2013 ha introdotto l’istituto della morosità consapevole e un apposito fondo di 20 milioni di euro per il 2014 e altrettanti per il 2015 per i comuni ad alta densità abitativa che entro il 29 Ottobre 2013 avevano avviato bandi o procedure a favore di inquilini morosi incolpevoli.

COS’E’ LA MOROSITA’ INCOLPEVOLE?
E’ l’inquilino che non riesce più a pagare l’affitto per le seguenti motivazioni: 1) perdita del posto di lavoro per licenziamento; 2) riduzione dell’orario di lavoro per accordi aziendali o sindacali; 3) cassa integrazione ordinaria o straordinaria con riduzione notevole di reddito; 4) mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipici; 5) cessazione dell’attività libero-professionale per causa di forza maggiore o per perdita di avviamento; 6) malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che ha ridotto il debito complessivo.

A CHI RIVOLGERSI?
Ai comuni, saranno loro poi a comunicare l’elenco dei richiedenti in possesso dei requisiti alla prefettura-uffici territoriali del governo.

REQUISITI PER L’ACCESSO
Rispetto dei parametri ISE/ISEE previsti dal decreto (35.000 euro per ISE e 26.000 euro per ISEE); titolarità del contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato; residenza in un alloggio oggetto di procedura di rilascio da almeno 1 anno; possesso di cittadinanza italiana od europea o, nel caso di cittadini non europei, di regolare titolo di soggiorno; presenza di atti di intimazione di sfratto per morosità, con citazione per la convalida.
I comuni, inoltre, dovranno verificare che il richiedente e/o un componente del gruppo familiare non sia titolare di un diritto di proprietà, usufrutto, uso od abitazione nella provincia di residenza di altro immobile fruibile ed adeguato alle esigenze del proprio nucleo familiare.

TITOLI PREFERENZIALI NELLA GRADUATORIA
Presenza all’interno del nucleo familiare di almeno un componente che sia: ultrasettantenne; minore; invalido per almeno 67% o in carico ai servizi sociali o alle competenti aziende sanitarie locali per l’attuazione di un progetto di assistenza individuale.

AMMONTARE DEL CONTRIBUTO: non superiore ai 8.000 euro.

un LINK per non prendermi il merito:
http://liberalaverita.blogspot.it/2014/08/non-riesci-pagare-laffitto-scopri-se.html



domenica 5 ottobre 2014

IN POSTA METTONO I GRATTA E VINCI, A PADOVA LA DIOCESI GLI ABBRACCI.

La Confesercenti ha denunciato a fine 2013 che il fenomeno della ludopatia dilaga tra gli over 65, 5,5 miliardi di euro, 3mila e duecento euro all’anno, 266 euro al mese. Una media che per ogni italiano, inclusi i neonati, sale a 1.300 euro in un anno nell'azzardo di Stato (anche se queste medie andrebbero approfondite nella loro irrazionalità, il dato importante è certamente la dimensione delle cifre).
In Italia i giocatori patologici sono, secondo le stime, circa un milione e tra i soggetti più a rischio troviamo le fasce sociali più emarginate, tra cui anche gli anziani, che sono anche tra i maggiori utenti degli uffici postali. Appare del tutto evidente come la vendita di gratta e vinci in posta, sia del tutto fuori luogo
I "Gratta e vinci" sono solo una parte del problema: la nuova dipendenza dall'azzardo che coinvolge gli anziani si sfoga su bingo e slot. E' lo stesso ministero della Salute a definirlo un fenomeno sociale e una vera e propria malattia.

Su questo è d'accordo anche la Caritas ambrosiana, che ha attivi diversi sportelli di ascolto sul territorio nazionale, secondo cui i giocatori d'azzardo patologici in Italia sarebbero il doppio degli alcolisti e dei tossicodipendenti assistiti dai servizi.

La Diocesi di Padova ha proposto una iniziativa chiamata “gratta e vivi! Per non giocarti la vita” con l’obiettivo di liberare il territorio dalla piaga del gioco d’azzardo, il premio distribuito sono tanti abbracci.