E’ in arrivo la legge
“BORGHETTI”, dal nome del primo firmatario, di numero 15/2015 e di argomento
l’assistente familiare. Inutile dire che la figura richiama soprattutto alle
badanti e tuttavia è impossibile non ricordare il ruolo della persona che in
famiglia si prende cura dell’anziano non autosufficiente. senza scordare la
figura del caregiver familiare. La legge prevede l’istituzione di SPORTELLI PER
L’ASSISTENZA FAMILIARE, REGISTRI TERRITORIALI DEGLI ASSISTENTI FAMILIARI, CORSI
DI FORMAZIONE PER GLI ASSISTENTI FAMILIARI
e la regione ha sei mesi di tempo per emanare le linee guida.
Prendo spunto da questa notizia,
di cui tornerò a parlare quando saranno disponibili le linee guida, per
un’altra considerazione che m’interessa molto. In Lombardia ci sono 340.000
over65 non autosufficienti al proprio domicilio (le stime segnalano un
incremento di 6-7000 persone all’anno), su una popolazione di circa 10 milioni
di abitanti, significa circa il 3,4%. A Tradate ci sono circa 18.000 residenti
e il 3,4% corrisponde a 612, non tutti hanno un’assistente familiare intesa
come badante, molti hanno un familiare (caregiver) che li aiuta, altri sono
supportati dai servizi sociali o dai volontari, altri (purtroppo) sono soli.
Una “comunità” numerosa che i fatti dimostrano essere poco informati sui
servizi a loro disposizione sul territorio. Le conseguenze sono negative sia per
le persone sia per le istituzioni che devono sopportare spreco di risorse a causa
di mancato impiego dei servizi o impiego di servizi inutili.
Dico subito che una delle
principali motivazioni della mancanza d’informazione è la pigrizia (del diretto
interessato o del caregiver), la tendenza ad occuparsi dei problemi quando si raggiunge
lo stato d’urgenza (a volte oltre). Subito dopo, c’è la difficoltà a raccogliere
informazioni, spesso distribuite in diversi uffici secondo criteri burocratici
piuttosto che in considerazione delle esigenze dell’utente.
Se la soluzione alla pigrizia è
di competenza di ciascuno di noi, la competenza e l’efficienza degli uffici
amministrativi dipende dalla pubblica amministrazione. E la pubblica
amministrazione, potrebbe risolvere il problema dell’informazione per una buona parte
di utenti. Per esempio, le famiglie che hanno la badante in regola devono
rivolgersi ad un professionista per elaborare la busta paga; spesso il
professionista è il caf dei sindacati o delle ACLI che su indicazione del
comune potrebbe far avere alla famiglia un documento che contiene informazioni
utili alla propria situazione. Un altro elenco di utenti potrebbe arrivare dai
medici di base che conoscono bene la
realtà del nucleo familiare. Il comune dispone l’elenco delle famiglie che ricorre al
servizio di assistenza domiciliare (SAD). L’ASL dispone l’elenco delle famiglie
che ricorre all’assistenza domiciliare integrato (ADI).
Senza scordare che spesso le
famiglie con problemi simili si conoscono tra loro e il passa parola è il
sistema migliore per essere e mantenersi informati. Il costo per organizzare
questo sistema di diffusione delle informazioni è praticamente nullo e le
famiglie informate sarebbero tantissime. Quali potrebbero essere le
controindicazioni?
michiamoaldo