domenica 14 dicembre 2014

CASA DELLA CITTA' SOLIDALE

A TRADATE LA CASA DELLA CITTA’ SOLIDALE
L’amministrazione comunale di Tradate ha organizzato un incontro per aggiornare sul progetto “Mangiare a Tradate al tempo della crisi”, iniziativa del gruppo “Famiglia & Lavoro” degli Stati Generali del Welfare. Il progetto prevede tra l’altro la realizzazione di un “market solidale” (un piccolo supermercato) di generi alimentari destinato alle Famiglie colpite in modo particolare dalla crisi economica. La giunta comunale su proposta dell’assessore alle politiche sociali e vicesindaco Luigi Luce, ha approvato la scelta del luogo dove realizzare il negozio presso l’immobile (nella foto) che ospitava IL CONSORZIO di tradate, l’ampiezza dei locali consentiranno di creare anche un magazzino dove conservare le donazioni provenienti da altri negozi, dalle associazioni o da privati cittadini.
Durante l’incontro sono intervenuti praticamente tutti i protagonisti del progetto “casa della città solidale (http://lacasadellacittasolidale.weebly.com). Come ha evidenziato il dott Luigi Luce, vicesindaco e assessore alle politiche sociali, l’iniziativa permetterà ai servizi sociali, Caritas e la struttura parrocchiale San Vincenzo di segnalare i nuclei familiari che rientrano nei parametri per usufruire dei servizi. Nel suo intervento ha sottolineato un aspetto assolutamente innovativo, le persone che usufruiranno degli aiuti avranno a loro volta l’opportunità di mettersi a disposizione per contribuire ad aiutare altre persone. Questo aspetto è molto importante, in queste zone la gente non è abituata a chiedere aiuto e il fatto di poter “ricambiare” in qualche modo potrebbe consentire di superare la “vergogna” di chiedere.
Questo aspetto è stato rilevato anche dal dott Pala, referente per il comune del gruppo Famiglia e lavoro nell’ambito degli stati generali del welfare e tra gli ispiratori del progetto. Ha sottolineato che  il progetto consente anche di rivalutare l’ex consorzio agrario attraverso attività che richiamano quelle del passato. Inoltre, il fatto che nelle adiacenze ci siano gli ambulatori dei medici di medicina generale (l’immobile era diviso in due parti, in una appunto gli ambulatori e l’altro da ristrutturare), consentirà al negozio di essere ben presente nella vita dei cittadini.
La dottoressa Cavallotti, sindaco di Tradate, ha rilevato come il progetto sarà anche l’opportunità per parlare di argomenti importanti che riguardano gli sprechi, i rifiuti, l’educazione alimentare e la formazione delle persone con l’obiettivo di ridurre la disuguaglianza sociale. Ha concluso auspicando la realizzazione di una vera e propria rete di questi progetti.
Il dott Pala, referente per il comune del gruppo Famiglia e lavoro nell’ambito degli stati generali del welfare tra gli ispiratori del progetto ha sottolineato come anche l’identificazione del luogo dove nascerà il negozio sociale ha un significato preciso. Si tratta dell’ ex consorzio, uno stabile di proprietà del comune, che attualmente in una parte ospita gli ambulatori dei medici di medicina generale.
Il presidente dell’associazione dott. Angelo Viganò, ha sottolineato che oltre alle tematiche principali ci sarà spazio per altre non meno importanti, per esempio dei laboratori con obiettivi  come la mappatura dei campi non coltivati, in cui saranno protagonisti i giovani.
La presenza dell’onorevole GADDA del PD è dimostrazione di attenzione al progetto non solo a livello locale. Nel suo intervento ha raccontato di aver partecipato ad altre iniziative simili in provincia, ognuno con peculiarità legate al territorio in cui vengono sono proposti. Anticipando una nuova proposta di legge su questi temi, ha chiesto esplicitamente di essere tenuta informata sull’evoluzione del progetto e dei risultati che via via emergeranno.

michiamoaldo


venerdì 28 novembre 2014

CITTADINI PIU' COINVOLTI & PIU' SICURI

Il progetto del Comune di Milano, “CITTADINI PIU’ COINVOLTI & PIU’ SICURI”, ha come obiettivo finale il benessere fisico e psicologico dei cittadini nel proprio domicilio.
L’iniziativa, ideata e coordinata dalla dottoressa Stefania Zazzi è iniziata nel Giugno del 2012 e dopo una fase sperimentale di 18 mesi, oggi è stata riconosciuta a pieno titolo all’interno delle Politiche Sociali del Comune di Milano nella Relazione di Previsione e Programma (RPP) anni 2014-2016 dell’Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura della Salute.
In pratica si tratta di un programma di assistenza domiciliare a distanza in cui le persone fragili e sole vengono affiancate da una figura (tutor) che le aiuta nella quotidianità con semplici azioni di supporto (busta dei numeri utili, uso mirato del cellulare, contatti telefonici programmati), contribuendo a facilitare la relazione con il Medico di Base per la gestione aggiornata del proprio profilo medico-sanitario (terapia aggiornata, registrazione dati sanitari).
Queste azioni in cui il senior è parte attiva, aumentano la sua sicurezza e consentono di verificare insieme l’evoluzione dei suoi stessi bisogni.
Il percorso prevede alcuni presidi per i più anziani che, colpiti dal digita divide, attuano in forma cartacea i passaggi, mentre per gli altri tende ad ampliare il più possibile l’applicazione sul Territorio delle nuove tecnologie.

Protagonisti dell’attuazione del Progetto sono:

La Busta numeri e dati utili costituisce il principale strumento operativo, contiene informazioni sullo stato personale, sociale e sanitario della persona. Da conservare in luogo evidente della propria abitazione e da utilizzare per ogni possibile intervento di soccorso.              
La CISCarta d’Identità Salvavita, riporta i dati salvavita della stessa Busta, che vengono elaborati da un’APP che permette di stampare in chiaro e in QR code. Questi strumenti, utilizzando le schede di raccolta dati, servono per conoscere il cittadino, farlo uscire dall’anonimato e rendere efficiente, efficace e personalizzato un intervento di soccorso anche quando il paziente non è nelle condizioni di collaborare con il soccorritore (worst case).
L’ APP “ Il Telefonino, il tuo salvavita” che permette la gestione cartacea e digitale dei dati salvavita raccolti dall’anziano.

Poichè solo una minoranza degli anziani usano i servizi del Comune, l’iniziativa si propone di coinvolgere gli anziani superando la logica dell’emergenza coinvolgendoli il modo attivo in una ottica di prevenzione.
La buona pratica del Salvavita si rivolge contemporaneamente agli Anziani e ai medici di base. Fondamentale è il coinvolgimento dei  Medici di Medicina Generale (MMG) per la gestione aggiornata del suo profilo medico-sanitario (dati clinici e salvavita).
Obiettivo del progetto è la costituzione della Rete della Sicurezza , cioè la messa in rete degli anziani del Territorio con i rispettivi MMG attraverso l’uso della CIS, documento personale Salvavita.  Questa Rete permette la diffusione della buona pratica salvavita garantendo nel contempo il facile monitoraggio, l’aggiornamento e l’implementazione a scopo sociale.
Il progetto progressivamente si dovrà integrare con le attività della medicina di strada e del soccorso (ambulanze, croci, ospedali e pronto soccorso) sia con i servizi socio–sanitari pubblici presenti sul Territorio (Centri Diurni Anziani, Custodi Sociali, Assistenza Domiciliare, Centri ricreativi anziani) e inserirsi in spazi di aggregazione (parrocchia, sindacato pensionato).
Verranno coinvolte le persone con disabilità, ciclisti e motociclisti.

http://www.grey-panthers.it/speciale/da-milano-operazioni-cittadini-piu-coinvolti-e-piu-sicuri/


lunedì 24 novembre 2014

SISTEMA SANITARIO E TELEMEDICINA

Televisione   stampa   ed   internet    hanno  consentito   di   acquisire  maggiori informazioni sulle varie patologie dal punto di vista generale. 

Insomma, ne sappiamo più di una volta e questo bisogno d’informazione sulla salute è destinato a crescere sempre di più.

Significa che chi si occupa di sanità dovrà attrezzarsi dal punto di vista strutturale per soddisfare le richieste non solo nell’ambito ospedaliero o ambulatoriale ma anche, e soprattutto, sul territorio. Fino arrivare nelle case delle persone.
Già oggi la tendenza è quella di un ospedale che si occupa della sola cura intensiva, di alta o complessa tecnologia, spostando il resto delle prestazioni sul territorio. Ecco perché la telemedicina avrà un ruolo sempre più intenso e con essa il ricorso alle nuove tecnologie, anche in una ottica di prevenzione.
 Con l’aumento dell’età media è facile prevedere un aumento delle patologie, la vicinanza al paziente diventerà indispensabile e potrà avvenire solo al proprio domicilio e con un suo ruolo attivo nel mantenimento e miglioramento dello stato di salute e benessere.



martedì 4 novembre 2014

PENSIONI DA TAGLIARE SECONDO IL FMI. SI’, MA NON COME DICONO LORO!

L’analisi dei conti pensionistici italiani, elaborato dall'importante istituto di ricerca MERCER, pone il nostro sistema al 19 posto su 25 dei paesi  presi in considerazione dallo studio (lettera d). 

L’indice (lettera b) utilizzato per la classifica si basa su tre parametri: 1) adeguatezza 2) integrità 3) sostenibilità. 

L’unico parametro che non soddisfa i requisiti prefissati è quello della sostenibilità e le cause individuate sarebbero la minima adesione ai piani pensionistici privati (14%), la bassa presenza di pensioni private (6,6% del PIL)  e infine la situazione demografica dell’Italia (che ha una popolazione attiva tra le più anziani del mondo).

Lo studio elaborato dall'istituto prende spunto dai bilanci INPS, dai quali emerge che quasi la metà dei pensionati (il 43,5%) vive con meno di 1.000 euro al mese e più di 2 milioni di pensionati (13,4%) percepiscono un assegno inferiore ai 500 euro (un reddito pensionistico medio di 1.296 euro per le donne e 1.546 euro per gli uomini). Dal rapporto INPS sulle pensioni emerge che le prestazioni pensionistiche equivalgono a 266,9 miliardi, di cui le prestazioni assistenziali sono 122,77 miliardi (46% delle prestazioni). La differenza tra le due cifre di 144,13 miliardi rappresenta i trattamenti pensionistici. Le pensioni superiori ai 3.000 euro sono in favore di 676.406 persone e rappresentano il 14,4% delle prestazioni, già molto in termini percentuale. Tuttavia questa percentuale è calcolata sul totale dei trattamenti, se invece rapportassimo l’importo delle pensioni ai soli trattamenti pensionistici, avremmo che le pensioni superiori ai 3.000 euro incidono per quasi il 27%.

Sulla base di questa analisi il sig Kennet Kang, in missione in Italia per conto del F.M.I., ha sentenziato che il sistema pensionistico italiano è una zavorra per il paese e dunque deve essere ridimensionato se si vuole riportare la spesa pubblica sui giusti binari

DOMANDO: SULLA BASE DEGLI ELEMENTI EVIDENZIATI IN ROSSO, SI POTREBBE INIZIARE DALLE SUPER PENSIONI? QUELLE ULTRA FAMOSE DELLA CASTA, TANTO PER INTENDERCI?



  michiamoaldo

qui alcune informazioni

legenda

     a)     Mercer ed australian centre for financial studies (ACFS)

     b)   Melbourne mercer global pension index (Mmgpi)


     c)    Messico, Cina, Indonesia, Giappone e Corea del Sud. Prima in classifica la Danimarca, con un punteggio            globale di 82,4. Seguono Australia (79,9) e Olanda (79,2). Buone posizioni per Svizzera, Canada, Cile e Gran      Bretagna. Fanalino di coda l'India (43,5 punti) 

   1) adeguatezza, ovvero livello delle prestazioni, architettura dello schema previdenziale, i rendimenti degli investimenti e risparmi privati. Questo parametro pesa per il 40%.

       2)   integrità, parametro che comprende la governance del rischio pensionistico e il livello di fiducia dei cittadini nel sistema. Peso della macroarea: 35%.

      3)  sostenibilità, che prende in considerazione la percentuale di adesione a fondi di previdenza complementare e a fondi pensione, debito pubblico, contribuzione e dati anagrafici sulla popolazione. Il peso di questi parametri è del 35%.



martedì 28 ottobre 2014

RENZI DOCCE FREDDE E DOCCE GHIACCIATE.


Ammontava a 300 milioni per il 2008, 400 per il 2009 e altrettanti per il 2010, solo 100 milioni per il 2011. Era stato azzerato per il 2012, quindi rifinanziato con 275 milioni per il 2013.
Nel 2014 il Fondo viene ristabilito con una dotazione di 350 milioni ( di cui 75 finalizzati “in favore degli interventi di assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, ivi incluse quelle affette da sclerosi laterale amiotrofica”) e in Agosto, sul sito delle regioni (www.regioni.it), un comunicato stampa di Chiamparino, presidente della conferenza Stato regioni, può annunciare l’intesa sul riparto del Fondo “si tratta di risorse ancora del tutto insufficienti, ma rappresentano una boccata di ossigeno” è uno dei commenti.

Intanto arriva lo show dell’acqua ghiacciata, ICE BUCKET CHALLENGE (poteva mancare l’inglesismo?) chiamano il divertente giochetto per raccogliere fondi per la SLA. Si sdoccia a freddo anche il presidente Renzi, sempre attento al sociale, ma contemporaneamente arriva la gelata della diminuzione di 100 milioni del Fondo previsto nella legge di Stabilità.

Al Ministero dell’Economia difendono l’operato, confermando la diminuzione da 350 a 250 milioni (meno100) ma sottolineando che la misura diventerà “strutturale”: “In questo modo gli operatori potranno pianificare gli interventi” è il commento del sottosegretario Enrico Zanetti.

La disposizione che riguarda il Fondo è inserito in una manovra complessiva da 36 miliardi (contenuta in una legge già stata firmata da NAPOLITANO) in cui 100 milioni rappresentano meno dello 0,5%. Intanto arriva una lettera (che doveva rimanere riservata ma non si sa perché) dal presidente (uscente) della commissione europea BARROSO: i conti non tornano. Renzi e Padoan decidono di pubblicare la lettera e si affrettano a sottolineare che se mancano 1 o 2 miliardi (di euro), l’Italia può metterli domani mattina.

La domanda non è: se siamo in grado di tirar fuori 1 milardo (o due) in una mattinata, perché è così importante sottrarre 100 milioni di euro al Fondo per le Nonautosufficienze? 
La domanda è: perché non aumentare il fondo di ben più che 100 milioni?


sabato 18 ottobre 2014

ITALIA IMPEGNATA A STUDIARE L'INVECCHIAMENTO

Contrastare l’invecchiamento in sé, agendo direttamente sulla fragilità che ne rappresenta il primo segnale. Questo è l’obiettivo del primo studio clinico europeo sull’argomento, finanziato dall’IMI (Innovative Medicines Initiative) che è una partner ship pubblico-privata promosso dalla Direzione Generale “ricerca” della Commissione Europea in collaborazione con la Federazione delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche (EFPIA).
Il progetto, denominato SPRINTT, è coordinato da Roberto Bernabei direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e da Susanna Del Signore di Sanofi R & D (il gruppo dei privati oltre a Sanofi Aventis è completato da GSK, Novartis, Eli-Lilly, Servier). Coinvolge 80 ricercatori e 1500 anziani di 11 paesi europei, ha una durata biennale e vale 46 milioni di finanziamento.
L’elemento centrale di SPRINTT è costituito da un TRIAL clinico randomizzato controllato di fase III: esercizio fisico, adeguata nutrizione, ausili tecnologici. Gli ultrasettantenni saranno divisi in due gruppi di 750, il primo sarà trattato con 45 minuti di esercizio fisico specifico 3 volte a settimana, con una valutazione mensile dello stato nutrizionale e monitoraggio garantito da uno speciale orologio da polso che registrerà l’attività fisica giornaliera e le eventuali cadute. Al secondo gruppo (di controllo) di altrettante persone, saranno impartiti consigli ripetuti sul corretto stile di vita e saranno semplicemente suggeriti alcuni esercizi per la mobilità degli arti superiori.

Nell’arco dei due anni i ricercatori misureranno con precisione l’evoluzione delle condizioni fisiche dei due gruppi, valutando la capacità di camminare e di spostarsi autonomamente, di non cadere, di non ammalarsi frequentemente e di non essere ricoverati presso strutture sanitarie o assistenziali in genere. Le metodologie utilizzate e i risultati clinici saranno presentati all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) al fine di ottenere un parere regolatorio.

altre informazioni QUI

michiamoaldo

martedì 14 ottobre 2014

REGIONE LOMBARDIA LEGIFERA PER LA NON AUTOSUFFICIENZA: CHI LO SA?

La regione Lombardia con la DGR 116/2013 (1), la DGR 740/2013 e la DGR590 determinazioni conseguenti, ha fornito le linee di indirizzo per la gestione degli interventi socio-sanitari e socio-assistenziali ed educativi per le persone che si trovano in condizione di non autosufficienza.
Il programma operativo prevede le misure B1(3) e B2(4) che hanno come obiettivi finali una presa in carico personalizzata della persona, individuata attraverso una valutazione multidisciplinare da parte di equipe pluriprofessionali e una presa in carico integrata della persona, in modo da garantire l’integrazione e il coordinamento tra le prestazioni erogate dall’ASL e quelle garantite dal comune.
Le modalità di lavoro del piano, sono state concordate in data 25 Novembre 2013 tra i rappresentanti dei comuni (5) e i rappresentanti dell’ASL (6) nei rispettivi distretti socio sanitari di competenza. Ed è interessante notare la differenza di approccio in relazione al CAREGIVER FAMILIARE, tenendo in considerazione che la DGR740 prevede un buono di 800 euro/mese in favore del caregiver familiare che viene applicato in modo diverso.
Tralasciamo il limite ISEE che per ovvi motivi è differente per zona, è interessante notare come in alcuni distretti al caregiver familiare viene riconosciuta la possibilità di un riconoscimento economico in altre no. Ecco alcuni esempi: nel distretto di Varese, il valore mensile del buono è di 300 euro in presenza di assistente familiare assunto e di 250 euro se l’assistente familiare è un parente (almeno 21 ore assunto); nel distretto di Luino il valore del buono mensile va da 150 ai 400 euro/mese da 20 a 40 ore/mese per l’assistente familiare personale, 100 euro al mese se l’assistente familiare è un parente; nel distretto di Somma il valore del buono mensile va da 100 a 250 euro a seconda del numero di ore/mese dell’assistente che deve essere assunto; nel distretto di Tradate il valore del buono mensile è di 250 euro per una persona assunta per un minimo di 21 ore mensili.
Come si vede ci sono differenti sensibilità, dettate da ragioni che sarebbe interessante conoscere.

(1). “Determinazione in ordine all’istituzione del fondo regionale e sostegno delle famiglie e dei suoi componenti fragili: atto di indirizzo.
(2). Approvazione del programma operativo regionale in materia di grave e gravissima disabilità di cui al fondo nazionale per le non autosufficienze anno 2013.
(3). A favore di persone con disabilità gravissima, la cui gestione è in capo all’ASL.
(4). A favore delle persone con disabilità grave e per anziani non autosufficienti, la cui gestione è di competenza dei comuni per il tramite degli uffici di piano.
(5). Presidente dell’assemblea dei sindaci e presidente del tavolo degli assessori ai servizi sociali.
(6). Responsabile del distretto socio-sanitario e dirigenti dell’ASSI.


lunedì 13 ottobre 2014

MOROSITA' INCOLPEVOLE

MOROSITA’ INCOLPEVOLE

Il titolo parrebbe fuorviante perchè uno si chiede come possa essere incolpevole qualcuno che non paga l'affitto. Tuttavia se ci pensate è tutt'altro che improbabile di questi tempi e anzi più frequente di quanto si pensi.
Per questo motivo riprto un'opportunità garantita dalla legislazione vigente  e, accidentaccio, ancora una volta la mancanza d'informazione è crudele nelle sua efficacia. Dunque con preghiera  di diffusione vi racconto di un decreto legge che risale a 2013.
Il decreto legge 102/2013 ha introdotto l’istituto della morosità consapevole e un apposito fondo di 20 milioni di euro per il 2014 e altrettanti per il 2015 per i comuni ad alta densità abitativa che entro il 29 Ottobre 2013 avevano avviato bandi o procedure a favore di inquilini morosi incolpevoli.

COS’E’ LA MOROSITA’ INCOLPEVOLE?
E’ l’inquilino che non riesce più a pagare l’affitto per le seguenti motivazioni: 1) perdita del posto di lavoro per licenziamento; 2) riduzione dell’orario di lavoro per accordi aziendali o sindacali; 3) cassa integrazione ordinaria o straordinaria con riduzione notevole di reddito; 4) mancato rinnovo dei contratti a termine o di lavoro atipici; 5) cessazione dell’attività libero-professionale per causa di forza maggiore o per perdita di avviamento; 6) malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che ha ridotto il debito complessivo.

A CHI RIVOLGERSI?
Ai comuni, saranno loro poi a comunicare l’elenco dei richiedenti in possesso dei requisiti alla prefettura-uffici territoriali del governo.

REQUISITI PER L’ACCESSO
Rispetto dei parametri ISE/ISEE previsti dal decreto (35.000 euro per ISE e 26.000 euro per ISEE); titolarità del contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato; residenza in un alloggio oggetto di procedura di rilascio da almeno 1 anno; possesso di cittadinanza italiana od europea o, nel caso di cittadini non europei, di regolare titolo di soggiorno; presenza di atti di intimazione di sfratto per morosità, con citazione per la convalida.
I comuni, inoltre, dovranno verificare che il richiedente e/o un componente del gruppo familiare non sia titolare di un diritto di proprietà, usufrutto, uso od abitazione nella provincia di residenza di altro immobile fruibile ed adeguato alle esigenze del proprio nucleo familiare.

TITOLI PREFERENZIALI NELLA GRADUATORIA
Presenza all’interno del nucleo familiare di almeno un componente che sia: ultrasettantenne; minore; invalido per almeno 67% o in carico ai servizi sociali o alle competenti aziende sanitarie locali per l’attuazione di un progetto di assistenza individuale.

AMMONTARE DEL CONTRIBUTO: non superiore ai 8.000 euro.

un LINK per non prendermi il merito:
http://liberalaverita.blogspot.it/2014/08/non-riesci-pagare-laffitto-scopri-se.html



domenica 5 ottobre 2014

IN POSTA METTONO I GRATTA E VINCI, A PADOVA LA DIOCESI GLI ABBRACCI.

La Confesercenti ha denunciato a fine 2013 che il fenomeno della ludopatia dilaga tra gli over 65, 5,5 miliardi di euro, 3mila e duecento euro all’anno, 266 euro al mese. Una media che per ogni italiano, inclusi i neonati, sale a 1.300 euro in un anno nell'azzardo di Stato (anche se queste medie andrebbero approfondite nella loro irrazionalità, il dato importante è certamente la dimensione delle cifre).
In Italia i giocatori patologici sono, secondo le stime, circa un milione e tra i soggetti più a rischio troviamo le fasce sociali più emarginate, tra cui anche gli anziani, che sono anche tra i maggiori utenti degli uffici postali. Appare del tutto evidente come la vendita di gratta e vinci in posta, sia del tutto fuori luogo
I "Gratta e vinci" sono solo una parte del problema: la nuova dipendenza dall'azzardo che coinvolge gli anziani si sfoga su bingo e slot. E' lo stesso ministero della Salute a definirlo un fenomeno sociale e una vera e propria malattia.

Su questo è d'accordo anche la Caritas ambrosiana, che ha attivi diversi sportelli di ascolto sul territorio nazionale, secondo cui i giocatori d'azzardo patologici in Italia sarebbero il doppio degli alcolisti e dei tossicodipendenti assistiti dai servizi.

La Diocesi di Padova ha proposto una iniziativa chiamata “gratta e vivi! Per non giocarti la vita” con l’obiettivo di liberare il territorio dalla piaga del gioco d’azzardo, il premio distribuito sono tanti abbracci.

sabato 27 settembre 2014

3000 EURO AL MESE (e più) DI PENSIONE, PUO' SERVIRE RIDURLI?

Inps: pensioni per 2,1 milioni di persone meno di 500 euro, per 676.401 piu’ di 3.000 euro.
Il rapporto INPS sulle pensioni, evidenzia come si giunga a risultati utili a sostenere certe posizioni. In particolare, i calcoli vengono effettuati sommando le prestazioni previdenziali a quelle assistenziali.
In questo modo l’importo delle pensioni più alte viene annacquato, favorendo la posizione di chi sostiene che riformarle incide poco rispetto le esigenze del sistema pensionistico.
La prima considerazione è che le pensioni superiori ai 3.000 euro sono in favore di 676.406 persone e rappresentano il 14,4% delle prestazioni. Quindi già molto in termini percentuali.
L’altra considerazione è che l’importo dei 266,9 miliardi, comprende prestazioni assistenziali e previdenziali.
Le prestazioni assistenziali incidono per il 46% (122,77 miliardi) che sottratte al totale (266,9 miliardi) determinano un importo di 144,13 miliardi (54% delle prestazioni) che rappresentano la parte previdenziale.
A questo punto, risulta del tutto evidente che le 676.406 persone (4,3% dei pensionati) non rappresentano più il 14,4% delle prestazioni ma quasi il 27%.

ECCO I DATI NELLO SPECIFICO.
Dalla ripartizione dei redditi pensionistici, emerge che il 43% dei pensionati (6,8 milioni di persone) percepiscono una o più pensioni d’importo mensile inferiore ai 1.000,00 al mese (lordi). Tra questi il 13,4% (2,1 milioni di persone) percepisce meno di 500,00 euro.
Insieme, assorbono il 20% circa della spesa complessiva.
Il 26% dei pensionati (4,1 milioni di persone) percepiscono tra i 1.000 e i 1.500 euro, pari al 25% della spesa complessiva.
Il 15% dei pensionati (2,4 milioni di persone) percepiscono tra i 1.500 e i 2.000 euro, pari al 20% della spesa totale.
Il restante 16% (poco meno di 2,5 milioni) percepiscono più di 2.000 euro (lordi) pari al 35,4% della spesa totale. Tra questi, 676.406 persone (il 4,3% dei pensionati) percepiscono più di 3.000 euro assorbendo il 14,4% della spesa totale.
L’INPS paga ogni mese 21 milioni di assegni (circa) a favore di 15,8 milioni di persone (circa). Le prestazioni sono oltre 17,3 milioni (83% delle prestazioni), quelle assistenziali sono 3,7 milioni (pari al 17% delle prestazioni).
Nel 2013 le pensioni INPS liquidate sono state 1.110.817, di cui 596.675 (il 54%) sono prestazioni previdenziali e 514.142 (46%) sono prestazioni assistenziali.
Nel 2013 la spesa pensionistica complessiva (lorda) ha avuto un incremento del 2,1% rispetto al 2012, passando da 261,5 a 266,9 miliardi.

Il rapporto tra contribuenti e pensioni è in media di 126,4 iscritti su 100 pensioni in pagamento, in diminuzione rispetto al 2012 quando la media era 129,2

martedì 23 settembre 2014

UN FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE: CHI LO GESTISCE?

“Monitoriamo da vicino questa nuova iniziativa”, la replica di Chiara Bonanno, responsabile del Comitato promotore per i diritti dei Caregiver. “Non riesco a capire per quale ragione sia necessario affidare fondi pubblici ad associazioni, fondazioni ed enti senza scopo di lucro selezionati dal ministero quando si potrebbe invece facilmente aiutare direttamente chi sta vicino al disabile.
Inequivocabile il pensiero, cui aggiunge:
”E ancora meno comprendo perché la legge punti tutto sull’affidamento del disabile a strutture terze che lo sradicano dal suo contesto. Tanto più che mi risulta che molte residenze non abbiano personale sufficiente per la gestione dei loro ospiti”, nella migliore delle ipotesi uno a otto ” nonostante l’enorme costo sostenuto dallo Stato per questo servizio”. 
Secondo Chiara Bonanno, un disabile istituzionalizzato, ovvero affidato ad una struttura specializzata, costa alle casse pubbliche fra i quattrocento e i mille euro al giorno. “Denaro che se ne va in minima parte per l’assistenza e per di più viene speso per i costi legati alle strutture sia fisiche sia amministrative delle case di cura – conclude -. Tenuto conto di questa situazione perché la politica non valuta un più efficiente e meno costoso supporto domiciliare? Non vorremmo dover scoprire che si preferisce un modello istituzionalizzato solo per far spazio a grossi interessi politici e economici”.
Molto chiara la posizione espressa, che suscita dubbi interessanti e da tenere sotto osservazioni.

Occorre ringraziare ciascuna delle persone ricordate a riguardo del fondo che si vorrebbe costituire, a loro va riconosciuto il merito di tenere alto il livello di interesse delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un argomento di estrema importanza.

michiamoaldo

sabato 20 settembre 2014

UN FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE: CHI LO GESTISCE?


ILEANA ARGENTIN è una deputata responsabile nel Partito Democratico per i diritti dei disabili (lei stessa è affetta da una grave malattia), già nelle passate legislature si è fatta promotrice di una proposta di legge “per garantire un futuro dignitoso ai disabili gravi dopo la morte dei genitori”. Recentemente ha promosso una petizione online su CHARGE.ORG per chiedere un intervento urgente e l’approvazione della legge entro il 3 Dicembre, giornata mondiale della disabilità.
Il progetto di legge prevede finanziamenti per associazioni e soggetti del terzo settore attivi nell’assistenza alla persona con disabilità e, in risposta ad alcune obiezioni, la deputata ha promesso un emendamento per consentire ai familiari di tenere con sé la persona disabile. Nessun tentativo, dunque, di istituzionalizzare il disabile attraverso l’approvazione di un fondo (300 milioni) destinato a loro.
La proposta di legge, include l’istituzione di un FONDO (300 milioni la dotazione) con risorse pubbliche e private in grado di finanziare programmi di intervento affidati ad onlus riconosciute, progetti di costruzione di case famiglia o altre soluzioni in favore dei disabili. Prevedendo anche agevolazioni fiscali e forme di detrazione per i privati che stanzieranno fondi per il medesimo obiettivo.

La gestione del fondo nella visione della deputata è destinata ad organismi accreditati, a differenza di una proposta che vede le direttamente le Famiglie in prima linea nella gestione delle risorse.

michiamoaldo

sabato 13 settembre 2014

IL CAREGIVER NEL PIANO DI ASSISTENZA INDIVIDUALE


La DGR740 “approvazione del programma operativo regionale in materia di grave e gravissima disabilità di cui al fondo nazionale per le non autosufficienze anno 2013”, prevede un’attenzione particolare in merito alla PRESA IN CARICO della persona non autosufficiente.

E’ prevista una stretta collaborazione tra ASL e Comuni, con interventi individuati attraverso una valutazione sulla persona nel suo insieme, da parte di una equipe di professionisti.

In regione Lombardia, la modalità con la quale la persona non autosufficiente viene presa in considerazione, prevede la predisposizione di un PIANO di ASSISTENZA INDIVIDUALE che tiene sempre conto del ruolo svolto dalla Famiglia, e quindi del CAREGIVER, nella cura della persona fragile.

Tra gli strumenti a sostegno delle attività del caregiver, c’è il BUONO SOCIALE MENSILE, anche a diversa intensità e fino ad un massimo di 800,00 euro, finalizzato a compensare le prestazioni di assistenza assicurate dal Caregiver Familiare (autosoddisfacimento) e/o per acquistare le prestazioni di assistenza personale.

LA VALORIZZAZIONE DEL CAREGIVER FAMILIARE PASSA ATTRAVERSO IL RICONOSCIMENTO DEL LAVORO DI ASSISTENZA FORNITO, SIA IN TERMINI DI VISIBILITA’ SOCIALE SIA DI SOSTEGNO ECONOMICO.

sabato 30 agosto 2014

11 OTTOBRE 2014 DEDICATO AL CAREGIVER: LE ATTIVITA'

Saranno una serie i post che dedicherò all'argomento del CAREGIVER, con una certa frequenza fino alla data dell'11 Ottobre che è la data prevista per l'incontro presso la struttura tradatese. Anticipo che in uno dei prossimi ho intenzione di descrivere le attività a disposizione degli ospiti ma anche le iniziative per i parenti degli ospiti. Invece oggi mi occuperò di raccontare quali sono le attività del CAREGIVER.

Quante centinaia di piccole azioni quotidiane sono necessarie per farci esistere? Innumerevoli: nutrirsi, dormire, girarsi nel letto, lavarsi, prendere le medicine, vestirsi, comunicare e tante altre. Sono tutte attività che si svolgono automaticamente quando sono rivolte verso sé stessi. Ma cosa succede quando devono essere svolte verso qualcun altro? Quanto le diverse patologie incidono sulle differenti modalità di aiutarlo?
Il compito del caregiver è molto impegnativo, soprattutto quando la persona necessita di assistenza continuativa. In questi casi non esiste riposo e tantomeno periodi (anche brevi) di vacanze in cui recuperare le forze. Uno sforzo intenso che il nobel della medicina ELIZABETH BLACKBURN ha potuto valutare in modo approfondito nelle sue ricerche, arrivando a mostrare che l’aspettativa di vita per un caregiver è dai 9 ai 17 anni inferiore alla media.
L’aiuto del caregiver, in base alla situazione del bisogno, può caratterizzarsi in diverse forme. Oltre alla persona assistita e al suo ambiente domestico, supporta la vita di relazione, il benessere psico-fisico, lo aiuta nella mobilità e nel disbrigo delle pratiche amministrative
Quasi sempre la persona non autosufficiente è affetta da diverse problematiche (polipatologie), anche complesse, che il caregiver risolve grazie alle proprie competenze, generalmente acquisite attraverso l’esperienza.
Recentemente enti istituzionali e del privato sociale hanno iniziato a proporre al caregiver corsi di formazione finalizzati a fornire strumenti di conoscenza e pratica in modo che possa affrontare con maggiore sicurezza e qualità le varie situazioni.

michiamoaldo

lunedì 25 agosto 2014

11 OTTOBRE 2014 DEDICATO AL CAREGIVER: CHI E'?

Presso la RSA PINETA di Tradate in via Monte Nevoso 22, abbiamo in programma di organizzare una mattinata dedicata a raccontare quanta forza nascondono le persone che si occupano delle persone non autosufficienti. Queste persone nell'ambiente socio-assistenziale sono conosciute col termine di CAREGIVER 

IL CAREGIVER: CHI E’?

Indica la persona che all’interno della famiglia ha il compito (in modo prevalente) di curare il malato aiutandolo nella quotidianità rispetto alla malattia (esami, visite mediche, terapie, ecc), anche dal punto di vista emotivo
Convenzionalmente, esiste il caregiver "informale" che può essere il figlio, il coniuge (più raramente un familiare o un amico) e il caregiver "formale" che è invece qualunque persona che assiste il malato dietro il pagamento di un compenso (la badante, un infermiere, ecc).
Prendersi cura di una persona malata anziana assorbe molte energie fisiche e mentali che rischiano di sviluppare disagi anche complessi. Spesso, infatti, il caregiver è un coetaneo del malato le cui necessità passano in secondo piano. Altre volte è una donna in età lavorativa, con figli da accudire, per cui lo stress emotivo e le responsabilità di cura verso l’anziano malato si aggiungono ai propri, col rischio di sviluppare problematiche come insonnia, stanchezza, ansia, depressione, isolamento sociale (quello che viene definito “burden”).  
Il tempo dedicato dal caregiver all’attività assistenziale può essere limitato ma anche raggiungere quello di una giornata lavorativa, determinando l’incompatibilità col lavoro.
In Italia, il cargiver informale è svolto prevalentemente dalle donne (73.8%), generalmente mogli o figlie e nei casi più gravi vivono insieme (65%).

I caregiver si trovano in prevalenza in età attiva: il 30,95 ha fino ai 45 anni; il 38,2% ha tra i 46 e i 60 anni; il 17,95 tra i 61 e i 70 anni; il 13% oltre i 70 anni

Dal punto di vista professionale il 31,9% è pensionato, il 27,75 è casalinga, il 20,65 impiegato o insegnante, il 5,75 artigiano o commerciante ed il 4,45 dirigente/professionista (dati Censis).

Tornerò sull'argomento con altri approfondimenti, mi aiuterà ad essere più preparato in quella giornata cui parteciperanno persone che certamente sapranno descrivere le difficoltà quotidiane che i caregivers devono affrontare, offrire loro qualche consiglio, ma soprattutto contribuire ad attirare l'attenzione sull'impegno di persone il cui impegno viene quasi sempre dimenticato.

michiamoaldo

mercoledì 13 agosto 2014

DE CARO NUOVO SINDACO: URGENZE!

Pensiamo tocchi sempre agli altri, facciamo finta di niente perché siamo impegnati.
Fino a quando tocca a noi o ad un nostro caro, allora ci lamentiamo perché nessuno si occupa di noi.

Chiedo al nuovo sindaco di Bari ing DE CARO ANTONIO del PARTITO DEMOCRATICO


di ascoltare la richiesta (che faccio anche mia) e che ho letto sul sito DEL GRANDE GIANNI LANNES.
Certo che vorrà ascoltare:


mi è stata appena segnalata la grave situazione in cui versa un disabile di 70 anni, affetto da gravi patologie così come accertato e documentato da medici della sanità pubblica. Questa persona necessita di urgente assistenza domiciliare. Pur avendo presentato regolare domanda, e ulteriore sollecito sia all’assessore al welfare e al presidente del I° municipio, a distanza di quasi quattro mesi non è accaduto proprio nulla. Sono certo che il suo istantaneo interessamento risolverà positivamente e seduta stante questa grave situazione.

Cordiali saluti!

Gianni Lannes


sabato 9 agosto 2014

LE POSTE, L'ALITALIA E GLI ITALIANI

In Italia c’è un’azienda di successo che ci sta regalando grandi soddisfazioni in quasi tutti i settori di competenza. Parlo (ovviamente) delle POSTE ITALIANE, che recentemente hanno inaugurato un nuovo servizio on line postesaluteshop.it. Un sito destinato alla vendita di prodotti parafarmaceutici in collaborazione con farmacia.it
Sull’ondata dei 10 mila prodotti disponibili, le poste hanno deciso di aprire una parafarmacia on line dove è possibile acquistare e ricevere entro due giorni prodotti di bellezza, erboristeria, alimenti senza glutine e dispositivi medici (aerosol e misuratori di pressione).
Sappiamo quanto le poste tengano alla sicurezza, quindi le consegne non le fanno loro. Infatti i prodotti arrivano col corriere e le spese di spedizione ed imballaggio sono gratuite per importi superiori ai 45 euro.
Una azienda moderna non può rimanere negli ambiti nazionali, eccola quindi lanciarsi sul palcoscenico internazionale. Come riporta il sito dell’ANSA (www.ansa.it) le POSTE si sono proposte come investitore di riferimento nel progetto della nuova Alitalia a fianco degli arabi, 70 milioni di euro che in questi giorni sono saliti a 75.
Grande soddisfazione internazionale ma in Lombardia ci aspetta un’estate a rischio collasso per i duemila uffici postali. C’è il pericolo reale che lettere, telegrammi, cartelle ecc, non siano neppure consegnati. Motivo? Mancano postini! E se la direzione regionale della poste non sbloccherà il piano delle assunzioni stagionale, in alcune zone sarà la paralisi. E’ ancora ben presente in memoria quanto accaduto nell’estate del 2013, posta non consegnata per mesi, sportelli chiusi e quelli aperti con interminabili fila.
Tuttavia a chi si aspetta un aumento delle forze disponibili in termini di assunzioni, sorprenderà sapere che la direzione è un’altra. Infatti, dal mese di Gennaio scorso a Milano le poste Italiane hanno inaugurato un progetto pilota che prevede i primi chioschi automatici (Automated Parcel terminals), cinque, dove è possibile inviare e spedire pacchi fino a 30kg 7 giorni su 7.

Attualmente (qui) si stanno testando i vantaggi tra i quali spicca la riduzione delle code ma soprattutto la diminuzione dei costi non essendo previsto l’intervento del personale. Che i risparmi servano per l’investimento in Alitalia?

giovedì 24 luglio 2014

IL GOVERNO ACCUMULA DENARO LIQUIDO (e non paga le fatture)

Da più parti arriva la notizia che il ministero del tesoro sta accumulando denaro liquido, una scorta attualmente di 92 miliardi di dollari destinato ad aumentare entro la fine dell’anno alla mostruosa cifra di 150 miliardi di dollari. Da notare che nel 2013 l’esigenza di scorta di liquidità fu “solo” di 62,4 miliardi (ma allora perché non pagano le fatture?)
Ogni giorno ricordando l’ammontare del debito pubblico, oggi di 2.166,3 miliardi di euro (mentre lo scrivo è già aumentato e dopo che l'avete letto anche), raccontano l'esigenza di diminuire le spese (non quelle militari), ridurre le spese ed aumentare le tasse.
Ma, allora, perché aumentare ancora la liquidità? 
Ci sono diverse ipotesi a giustificare (?) questa scelta, da  quella che vuole per Ottobre un possibile  stato di insolvenza a causa di previsioni economiche sbagliate, al piano allo studio nelle cancellerie europee per far terminare l’euro in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. (qui maggiori dettagli)

Ovviamente sono tutte supposizioni e la verità la sapremo solo dopo, anzi forse non la sapremo mai. Vorrei invece mettere in relazione questa informazione con quella trapelata sottovoce dai settori finanziari, in merito alle scorte d’oro dell’Italia.

Sappiate che in tutta la sfiga di debito pubblico con cui ci sfiancano quotidianamente, l’Italia risulta essere il terzo maggiore detentore ufficiale di oro nel mondo dopo Stati Uniti e Germania: 2451,8 tonnellate d’oro, come segnalato recentemente della Banca d’Italia.
Questa banca, fintamente dell’Italia e invece di proprietà ormai solo privata, comunica che l’oro è custodito in parte a Roma (curiosamente anche l’ora di Roma è custodito presso i caveau di banche straniere) e la rimanente nei caveau della Federal Reserve Bank (FRB) di New York, della Bank of England (BoE) a Londra e della Swiss National Bank (SNB) in Svizzera.
Bene, sappiate che prima del 1957 le scorte erano di 402 tonnellate, invece tra la fine di quegli anni e il 1970 aumentarono fino a superare le 2560 tonnellate. (qui una interessante rendicontazione dei spostamenti e dislocazioni dell’oro degli italiani).

Qualcuno saprebbe spiegare perché aumentano liquidità e riserve parallelamente all’indebitamento?




domenica 20 luglio 2014

15132 DENUNCIE PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO

15132 DENUNCIE PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO CONTRO I GOVERNI LETTA E MONTI sono una cifra con qualche correlazione rispetto i 149 suicidi di cui racconto nel post del 17?
Introduco il pensiero di oggi iniziando raccontando che nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila).
Potrei proseguire coi dettagli ma la sostanza è che tutti i dati evidenziano un drastico aumento della povertà (i tecnici fanno riferimento tra povertà assoluta e relativa) in generale, ed in particolare aumenta tra le famiglie numerose, quelle in cui la persona di riferimento ha un titolo di studio medio-basso, famiglie in cui ci sono operai o persone in cerca di occupazione; aumenta anche tra le coppie di anziani. Inutile dire che i dati peggiori sono al sud.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche se per fortuna non tutti reagiscono togliendosi la vita. Per esempio l’avvocato Musu ha presentato una denuncia per istigazione al suicidio ma della sua iniziativa in pochi ne sanno e molto è stato fatto per farlo sapere. Mi risulta difficile capire come faranno a nascondere 15132 denunce di cittadini comuni che adesso si stanno anche organizzando.
Mi domando se chi di dovere non tema una vera e propria rivolta civile e se non sia meglio sacrificare un pochino di qualche privilegio o la riduzione di spese inutili per allargare a tutti Italia il modello “TRENTINO” che ha istituito un reddito di garanzia. Il costo per lo stato sarebbe di circa 5 miliardi, che sono nulla rispetto al bilancio complessivo che si aggira intorno agli 800 miliardi e ancora meno se si pensa ai costi di una guerra civile:

Monti e Letta denunciati per istigazione al suicidio: già 15mila le querele contro i loro Governi (qui)