L’analisi dei conti pensionistici italiani, elaborato dall'importante istituto di ricerca MERCER, pone il nostro sistema al 19 posto su 25 dei paesi
presi in considerazione dallo
studio (lettera d).
L’indice (lettera b) utilizzato per la classifica si basa su tre parametri: 1) adeguatezza
2) integrità 3) sostenibilità.
L’unico parametro che non soddisfa i requisiti
prefissati è quello della sostenibilità e le cause individuate sarebbero la minima adesione ai piani
pensionistici privati (14%), la bassa presenza di pensioni private (6,6% del
PIL) e infine la situazione
demografica dell’Italia (che ha una popolazione attiva tra le più anziani del
mondo).
Lo studio elaborato dall'istituto prende spunto dai bilanci INPS, dai quali emerge che quasi la metà dei pensionati (il 43,5%) vive con meno di 1.000 euro
al mese e più di 2 milioni di pensionati (13,4%) percepiscono un assegno
inferiore ai 500 euro (un reddito pensionistico medio di 1.296 euro per
le donne e 1.546 euro per gli uomini). Dal rapporto
INPS sulle pensioni emerge che le prestazioni pensionistiche equivalgono
a 266,9 miliardi, di cui le prestazioni assistenziali sono 122,77 miliardi (46%
delle prestazioni). La differenza tra le due cifre di 144,13 miliardi
rappresenta i trattamenti pensionistici. Le pensioni superiori ai 3.000 euro
sono in favore di 676.406 persone e rappresentano il 14,4% delle prestazioni,
già molto in termini percentuale. Tuttavia questa percentuale è calcolata sul
totale dei trattamenti, se invece rapportassimo
l’importo delle pensioni ai soli trattamenti pensionistici, avremmo che le
pensioni superiori ai 3.000 euro incidono per quasi il 27%.
Sulla base di questa analisi il
sig Kennet Kang, in missione in Italia per conto del F.M.I., ha sentenziato che il
sistema pensionistico italiano è una zavorra per il paese e dunque deve essere
ridimensionato se si vuole riportare la spesa pubblica sui giusti binari.
DOMANDO: SULLA BASE DEGLI ELEMENTI EVIDENZIATI IN ROSSO, SI POTREBBE INIZIARE
DALLE SUPER PENSIONI? QUELLE ULTRA FAMOSE DELLA CASTA, TANTO PER INTENDERCI?
michiamoaldo
qui alcune informazioni
legenda
a) Mercer
ed australian centre for financial studies (ACFS)
b) Melbourne
mercer global pension index (Mmgpi)
c) Messico, Cina, Indonesia, Giappone e Corea del Sud. Prima in classifica
la Danimarca, con un punteggio globale di 82,4. Seguono Australia (79,9) e
Olanda (79,2). Buone posizioni per Svizzera, Canada, Cile e Gran Bretagna.
Fanalino di coda l'India (43,5 punti)
1) adeguatezza, ovvero livello delle prestazioni, architettura dello schema
previdenziale, i rendimenti degli investimenti e risparmi privati. Questo
parametro pesa per il 40%.
2) integrità, parametro che comprende la governance del rischio pensionistico
e il livello di fiducia dei cittadini nel sistema. Peso della macroarea: 35%.
3) sostenibilità, che
prende in considerazione la percentuale di adesione a fondi di previdenza
complementare e a fondi pensione, debito pubblico, contribuzione e dati anagrafici
sulla popolazione. Il peso di questi parametri è del 35%.
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