“Monitoriamo da vicino questa nuova
iniziativa”, la replica di Chiara Bonanno,
responsabile del Comitato promotore per i
diritti dei Caregiver. “Non riesco a capire per quale ragione
sia necessario affidare fondi pubblici ad associazioni, fondazioni ed enti
senza scopo di lucro selezionati dal ministero quando si potrebbe invece
facilmente aiutare direttamente chi sta vicino al disabile.
Inequivocabile il pensiero,
cui aggiunge:
”E ancora meno comprendo
perché la legge punti tutto sull’affidamento del disabile a strutture terze che
lo sradicano dal suo contesto. Tanto più che mi risulta che molte residenze non
abbiano personale sufficiente per la gestione dei loro ospiti”, nella migliore
delle ipotesi uno a otto ”
nonostante l’enorme costo sostenuto dallo Stato per questo servizio”.
Secondo Chiara Bonanno, un
disabile istituzionalizzato, ovvero affidato ad una struttura specializzata,
costa alle casse pubbliche fra i quattrocento e i mille euro al giorno.
“Denaro che se ne va in minima parte per l’assistenza e per di più
viene speso per i costi legati alle strutture sia fisiche sia amministrative
delle case di cura – conclude -. Tenuto conto di questa situazione perché la
politica non valuta un più efficiente e meno costoso supporto
domiciliare? Non vorremmo dover scoprire che si preferisce un
modello istituzionalizzato solo per far spazio a grossi
interessi politici e economici”.
Molto chiara la posizione
espressa, che suscita dubbi interessanti e da tenere sotto osservazioni.
Occorre ringraziare ciascuna
delle persone ricordate a riguardo del fondo che si vorrebbe costituire, a loro
va riconosciuto il merito di tenere alto il livello di interesse delle
istituzioni e dell’opinione pubblica su un argomento di estrema importanza.
michiamoaldo
Nessun commento:
Posta un commento