domenica 20 luglio 2014

15132 DENUNCIE PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO

15132 DENUNCIE PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO CONTRO I GOVERNI LETTA E MONTI sono una cifra con qualche correlazione rispetto i 149 suicidi di cui racconto nel post del 17?
Introduco il pensiero di oggi iniziando raccontando che nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila).
Potrei proseguire coi dettagli ma la sostanza è che tutti i dati evidenziano un drastico aumento della povertà (i tecnici fanno riferimento tra povertà assoluta e relativa) in generale, ed in particolare aumenta tra le famiglie numerose, quelle in cui la persona di riferimento ha un titolo di studio medio-basso, famiglie in cui ci sono operai o persone in cerca di occupazione; aumenta anche tra le coppie di anziani. Inutile dire che i dati peggiori sono al sud.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche se per fortuna non tutti reagiscono togliendosi la vita. Per esempio l’avvocato Musu ha presentato una denuncia per istigazione al suicidio ma della sua iniziativa in pochi ne sanno e molto è stato fatto per farlo sapere. Mi risulta difficile capire come faranno a nascondere 15132 denunce di cittadini comuni che adesso si stanno anche organizzando.
Mi domando se chi di dovere non tema una vera e propria rivolta civile e se non sia meglio sacrificare un pochino di qualche privilegio o la riduzione di spese inutili per allargare a tutti Italia il modello “TRENTINO” che ha istituito un reddito di garanzia. Il costo per lo stato sarebbe di circa 5 miliardi, che sono nulla rispetto al bilancio complessivo che si aggira intorno agli 800 miliardi e ancora meno se si pensa ai costi di una guerra civile:

Monti e Letta denunciati per istigazione al suicidio: già 15mila le querele contro i loro Governi (qui)


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