Ho
conosciuto il sig. Castiglioni quando ho chiesto la collaborazione
all’Università della terza età (così pensavo si chiamasse) per il progetto
“ANZIANI SEMPRE ATTIVI”. Una iniziativa di diverse associazioni interessate
agli anziani di cui presto vi informerò.
Persona
disponibile e concreta, ha precisato immediatamente di limitare al minimo
indispensabile il termine anziano e di chiamare l’associazione col suo nome
esatto: “università delle tre età” ( nessun commento quando ho raccontato che
all’istituto di neuropsicologia di Padova lavorano su progetti per la quarta
età).
L’università
esiste dal 2005, dal 2010 dispone della villa comunale sede della biblioteca prima
che quest’ultima si trasferisse nella sede dell’ex Frera. Indubbiamente la
nuova sede ha consentito molteplici vantaggi, il più importante sicuramente è quello
di poter organizzare i corsi nello stesso luogo. Solo quelli di ginnastica
(organizzati nelle palestre della scuola Galileo Galilei e delle Ceppine) e
quelli di ballo (presso la sede del rione Allodola) si svolgono all’esterno.
Il
presidente prosegue raccontando con soddisfazione che l’Università è
finanziariamente autonoma; infatti versa all’amministrazione comunale un regolare
canone di locazione dell’immobile, oltre a sostenere le spese correnti
derivanti da luce, acqua e riscaldamento. Questo argomento consente di
introdurre quello delle quote associative: 65,00 euro per l’anno accademico
2013-2014, in diminuzione rispetto ai 70,00 euro dell’anno passato. L’importo
consente di partecipare senza altri aggravi a tutti i corsi, salvo qualche
contributo specifico nel caso il docente ritenga opportuno acquistare materiale
didattico o nel caso serva produrre un numero consistente di fotocopie.
Ecco
spiegate le finalità delle quote associative, così contenute, anche perchè né il
Consiglio Direttivo, né i docenti percepiscono compensi per il lavoro che
svolgono. Non a caso parlo di lavoro, se pensiamo che l’anno scorso ci sono
stati 663 iscritti. Possiamo immaginare quanta passione animi i volontari
dell’università. Vediamo qualche dettaglio in merito agli iscritti: 50 persone
con meno di 40 anni, 55 tra i 41 e i 50 anni, 180 tra 51 e i 60 anni, 155 tra i
61 e i 70 anni, 108 dai 71 e oltre. I corsi più frequentati, sono quelli di
lingua straniera (inglese in particolare), poi ginnastica, informatica e
psicologia. Via via gli altri a soddisfare ogni esigenza: letteratura,
filosofia, economia, finanza e diritto, fino a quello per me più curioso (mi
riprometto di frequentarlo): paleografia latina e diplomatica. Un elenco da
leggere per rendersi conto dello sforzo organizzativo dei consiglieri e dei
docenti, persone (da sottolineare ancora) assolutamente volontarie. I corsi
hanno cadenza settimanale, bisettimanale o mensile a seconda delle
disponibilità dei docenti e delle esigenze degli allievi. Insomma, per
incrociare tutto e farlo quadrare occorre pazienza, precisione e bravura.
A
questo punto conosciamo il Consiglio: presidente sig Castiglioni Maurizio,
vicepresidente Flaminio Sabaino, segretaria Antonia Penza, tesoriere Antonio
Marretta, direttore dei corsi Giorgio Tavani, consiglieri Giovanna Battaglia,
Maria Letizia Fasola e Maria Angela Uslenghi. Passiamo all’aspetto
apparentemente più misterioso: quale strategia di marketing si nasconde dietro
il successo del numero degli iscritti? Non nascondo la sorpresa nel sapere che,
lontani da qualsiasi attività virale di vendita, il passa-parola funziona
perfettamente. All’inizio dell’anno accademico, vengono affissi localmente dei
manifesti informativi, cui si aggiunge un comunicato stampa consegnato agli
organi di stampa. In merito ai docenti, possiamo dire che sono essi stessi a
proporsi, salvo quando le richieste arrivano direttamente dagli allievi. I tal
caso spetta al consiglio attivarsi per trovare la persona idonea. In genere
sono molto fedeli, nel senso che raramente abbandonano il corso; nel caso il
consiglio si attiva per tempo per sostituirli. Ci sono docenti che insegnano in
università fin dalla sua apertura.
Quando
penso di aver terminato, ecco la ciliegina. L’università promuove visite
esterne a musei, in occasione di mostre particolari (ultimamente quella di
Picasso), spettacoli teatrali alla Scala o al Manzoni. Un programma intenso e
selezionato di opportunità. Inutile dire che i costi di partecipazione non sono
compresi nella quota di iscrizione annuale e vengono comunicati per tempo agli
interessati.
Termino
chiedendo se vi siano particolari aspettative. La risposta è stata che il sogno
nel cassetto (oltre quello della conferma del numero degli iscritti) è quello che
l’università possa diventare un polo culturale per le associazioni. Un
desiderio ambizioso, che mi auguro possano conseguire.
michiamoaldo
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