In questi giorni a Roma si è svolto il
WELFARE DAY 2015 (www.welfareday.it), un evento in cui
vengono approfondite le novità sull’argomento. L’evento ha raccolto ed
evidenziato i risultati di una recente pubblicazione del CENSIS-RBM SALUTE
denominata “tutelare la buona salute di tutti: la funzione della sanità
integrativa”, nella quale si segnala come le persone ricorrano sia sempre più
(chi può) alla sanità privata. Per conoscere una parte dei dati statistici della ricerca potete cliccare QUI .
Un aspetto interessante che viene rilevato è quello sulle liste di attesa che
preoccupa molto le persone. Al proposito, segnalo che sul sito dell’ASL di
Varese (cliccare QUI) è
possibile controllare i tempi di attesa per (alcuni) esami vari.
Sull’argomento welfare vorrei aggiungere
qualche altra considerazione, troppo lunghe per una mail, prendendo spunto da un progetto di
volontariato in cui sono impegnato e che include un bando di scrittura sulla
solitudine: ci sono 2 solitudini?
Di welfare ormai si parla
quotidianamente ma sono certo che non sono molte le persone che conoscono
l’argomento, tolti gli addetti ai lavori e quelli che per necessità se ne devono
occupare. Wikipedia ( QUI ) dice
che attraverso la finalità del welfare è quella di ridurre le disuguaglianze
sociali. In senso ampio, per Stato sociale si indica
anche il sistema normativo con il quale lo Stato traduce in atti concreti tale finalità; in questa
accezione si parla di welfare state (stato del benessere tradotto
letteralmente dall'inglese, detto anche stato assistenziale).
Quando si
parla di welfare, immediatamente si pensa alle persone non autosufficienti ma prendiamo
per esempio la solitudine: c’è differenza tra la solitudine di un adulto disabile
e la solitudine di un adulto abile? Indubbiamente ci sono ma mentre le persone non
autosufficienti usufruiscono degli sforzi di altri per affrontare il problema,
le persone autosufficienti vengono considerate capaci di affrontare il problema
(quando lo è) e spesso non è così. Lo dimostrano le persone che fanno uso di
antidepressivi oppure, tra gli anziani, il numero delle persone che stanno
chiuse in casa perché ritengono di non avere interessi da condividere.
Tornerò
sull’argomento, il bando di scrittura sulla solitudine proporrà i risultati nel
mese di Ottobre, ma da oggi intendo chiedere un parere a quanti sono
interessati al welfare: siamo troppo concentrati sulle persone non
autosufficienti e trascuriamo quasi completamente le altre? E, aiutando anche
le altre non aiuteremmo indirettamente anche le persone non autosufficienti?
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