lunedì 15 giugno 2015

2 SOLITUDINI?
In questi giorni a Roma si è svolto il WELFARE DAY 2015 (www.welfareday.it), un evento in cui vengono approfondite le novità sull’argomento. L’evento ha raccolto ed evidenziato i risultati di una recente pubblicazione del CENSIS-RBM SALUTE denominata “tutelare la buona salute di tutti: la funzione della sanità integrativa”, nella quale si segnala come le persone ricorrano sia sempre più (chi può) alla sanità privata. Per conoscere una parte dei dati statistici della ricerca potete cliccare QUI
Un aspetto interessante che viene rilevato è quello sulle liste di attesa che preoccupa molto le persone. Al proposito, segnalo che sul sito dell’ASL di Varese (cliccare QUI) è possibile controllare i tempi di attesa per (alcuni) esami vari.
Sull’argomento welfare vorrei aggiungere qualche altra considerazione, troppo lunghe per una mail, prendendo spunto da un progetto di volontariato in cui sono impegnato e che include un bando di scrittura sulla solitudine: ci sono 2 solitudini?
Di welfare ormai si parla quotidianamente ma sono certo che non sono molte le persone che conoscono l’argomento, tolti gli addetti ai lavori e quelli che per necessità se ne devono occupare. Wikipedia ( QUI ) dice che attraverso la finalità del welfare è quella di ridurre le disuguaglianze sociali. In senso ampio, per Stato sociale si indica anche il sistema normativo con il quale lo Stato traduce in atti concreti tale finalità; in questa accezione si parla di welfare state (stato del benessere tradotto letteralmente dall'inglese, detto anche stato assistenziale). 
Quando si parla di welfare, immediatamente si pensa alle persone non autosufficienti ma prendiamo per esempio la solitudine: c’è differenza tra la solitudine di un adulto disabile e la solitudine di un adulto abile? Indubbiamente ci sono ma mentre le persone non autosufficienti usufruiscono degli sforzi di altri per affrontare il problema, le persone autosufficienti vengono considerate capaci di affrontare il problema (quando lo è) e spesso non è così. Lo dimostrano le persone che fanno uso di antidepressivi oppure, tra gli anziani, il numero delle persone che stanno chiuse in casa perché ritengono di non avere interessi da condividere.

Tornerò sull’argomento, il bando di scrittura sulla solitudine proporrà i risultati nel mese di Ottobre, ma da oggi intendo chiedere un parere a quanti sono interessati al welfare: siamo troppo concentrati sulle persone non autosufficienti e trascuriamo quasi completamente le altre? E, aiutando anche le altre non aiuteremmo indirettamente anche le persone non autosufficienti?

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