mercoledì 4 novembre 2015

DEISTITUZIONALIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI

Tra le indicazioni emerse dal convegno organizzato recentemente sugli Stati generali del Welfare di Tradate, c’è stata quella di proseguire nella valorizzazione delle reti sociali operative sul territorio per promuovere e sostenere nuove ed innovative forme di welfare.
A questo proposito, sul sito del CESA si legge di un rapporto inviato alla Commissione Europea sull’argomento. Il CESA (Comitato Economico e Sociale Europeo) è un organo di *350 (trecentocinquanta) membri provenienti dai 28 Stati europei con mandato in corso dal 2015 al 2020. Ha il compito di formulare pareri sulle leggi europee o altri argomenti ritenuti opportuni, una specie di ponte tra le istituzioni e la società civile organizzata.
Nel rapporto si suggerisce di passare dall’assistenza sociale in strutture istituzionali a quelle di prossimità, un’azione politica a lungo termine che prevede, oltra alla formazione di operatori specializzati nei servizi di sostegno, la creazione di partenariati tra tutti i soggetti coinvolti sviluppando servizi a livello di comunità.
L’attività dovrebbe essere finanziata attraverso i fondi strutturali che dovranno favorire l’azione di de-istituzionalizzazione dei servizi socio-sanitari garantendo gli stessi standard di efficienza e supportati da servizi indipendenti di ispezione e monitoraggio.
Si tratta, come si può facilmente comprendere, di un mutamento culturale di interpretazione dei servizi socio sanitari che coinvolgeranno anche dal punto di vista economico i soggetti coinvolti che dovranno essere tenuti in considerazione da ogni punto di vista.

http://www.ansa.it/professioni/notizie/welfare/2015/10/26/assistenti-sociali-passare-a-prossimita_0ed443c0-c2f6-4bf7-8e86-dea58338b562.html

http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.it.home

* accidenti 350 persone...quanti pensieri, quante spese per un comitato. Uno dei comiati, poi ci sono le commissioni e poi ci sono...


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