venerdì 20 giugno 2014

140 MILIARDI CHE LO STATO DEVE ALLE AZIENDE

E non paga!

Troppo impegnati ad ingegnarsi in tasse e tassine, balzelli e saltelli, manca il tempo per dedicarsi a mantenere le promesse (di ognuno degli ultimi 4 e più presidenti del consiglio) di provvedere in tempi breve a pagare le fatture dei fornitori (ai quali chiede le tasse). 
Faccio notare che i miliardi sono molti di più dei 140 che sbandierano, perchè non comprendono i contenziosi con cui più o meno volontariamente tengono in sospeso moltissime situazioni di lavori già eseguiti.

Ci sono forze politiche attente, altre meno. Giornalisti attenti altri meno, qui l'intervento di Sergio Di Cori Modigliani, uno di quelli che da molto tempo ricorda questo fatto e spesso fa i nomi dei politici che se ne occupano. In questi giorni, il primo ministro italiano Renzi s'è arrabbiato con un altro politico italiano (l'onorevole Taiani) che, in qualità di responsabile nell'ambito europeo di queste situazioni, ha firmato la messa in mora dell'Italia. Per chi non lo sapesse, la messa in mora ha conseguenze insignificanti per chi aspetta i soldi (sinceramente dubito anche degli effetti concreti per lo stato) che continueranno ad aspettare per chissà quanto tempo.

Chiedo, perchè se lo stato non ha i soldi per pagare non si trova qualche altro sistema alternativo? Per esempio (come già proposto anche da altri più autorevoli del sottoscritto) consentendo la compensazione: ti devo dei soldi? Per x tempo non mi paghi le tasse (o una parte di esse) fino alla compensazione del credito. Facile no?

Impossibile?

Il vituperato e (giustamente) massacrato (moralmente) dott Mastrapasqua super accumulatore di poltronissime, mentre era presidente dell'INPS ( il racconto lo trovate qui ) e contemporaneamente presidente di un ospedale romano, grazie al decreto legge 688 del 1985 convertito in legge n. 11 del 1986, ha scaricato sugli enti previdenziali i crediti che l'ospedale aveva nei confronti di una ASL. 
La legge nominata prevede che l'INPS ha facoltà di accettare e in quel caso accettò. Non so se ci sono altri esempi ma quello raccontato è sufficiente. 

SOLUZIONI CI SONO MA SE LE TENGONO STRETTE.

michiamoaldo

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