domenica 25 maggio 2014

180.000 DISABILI ADULTI IN LOMBARDIA: PER LORO LA DISSOLVENZA.

Tradate
L'informazione digitale passa per gli Anziani sempre attivi
Con l'aiuto di Comune e Associazioni, tredici table in dotazione agli over 65
In perfetta sintonia col programma 2012-2015 dell’agenda digitale lombarda che include iniziative finalizzate a facilitare l'accesso all’informazione attraverso le nuove tecnologie, Tradate è entrato nel vivo il progetto Anziani sempre attivi, con l’assegnazione di un tablet in comodato d’uso ad ove r65 come modalità per informarsi.
L’opportunità è stata offerta dagli Stati generali del Welfare Locale di Tradate, una iniziativa dell’assessorato alle politiche sociali finalizzata alla mappatura dei servizi esistenti sul territorio e l’emersione di aspettative e urgenze da parte dei cittadini. Tra gli anziani e le Associazioni che se ne occupano, essere informati è risultato assolutamente prioritario.      (qui link per leggerlo tutto)

Come riportato, il progetto è stato segnalato tra le iniziative volte a raggiungere gli obiettivi dell'Agenda Digitale (qui). Sul sito vengono descritte altre iniziative interessanti, alcune delle quali mi hanno suggerito considerazioni specifiche sui disabili adulti.
I disabili giovani spesso vengono coinvolti in progetti dove sono presenti anche giovani normodotati, abitano in famiglia o sono ospitati in strutture protette
Gli anziani autosufficienti che vivono nelle loro abitazioni hanno una loro vita sociale (seppur minima); quelli non autosufficienti ricoverati in strutture protette, hanno la possibilità di partecipare all'animazione della struttura (chi più chi meno). 
Mancano i dati dei disabili adulti non autosufficienti che vivono a casa.
Di quelli si hanno poche notizie e vi assicuro che i numeri sono stucchevoli, qui  alcuni dati al 2012.
In sintesi, nella regione Lombardia ci sono circa 380.000 persone fragili o non autosufficienti con più di 65 anni. Quelle che hanno trovato una risposta dai servizi sociosanitari sono state 203.161 (alcuni di questi possono aver usufruito di più di un servizio), ci sono poi circa 126.000 persone seguite attraverso il supporto dei familiari o delle badanti (alcune di queste possono aver usufruito di assistenza non continuativa). Rimangono circa 60.000 persone che fanno affidamento solo sui familiari.
In pratica 126.000 + 60.000=  circa 185.000 persone non sono monitorate (o molto poco) sulla loro situazione.
In relazione all'argomento, sul sito www.superabile.it, si evidenzia come il destino dei ragazzi che escono dal sistema scolastico si traduce nella parola DISSOLVENZA. Essi scompaiono nelle loro case e rimangono in carico alla responsabilità delle loro famiglie, con sostegni istituzionali minimi e focalizzati sul supporto economico (di sfuggita ricordo che essendo tali famiglie spesso in condizioni economiche di urgenza, utilizzano il supporto economico per finalità diverse).
Voglio spiegare il significato economico del LASCIARE ALLA FAMIGLIA la responsabilità di cui sopra con un piccolo esempio: tra le ore dedicate all'assistenza diretta e quella di semplice sorveglianza, i genitori delle persone autistiche e delle persone down spendono complessivamente 17 ore al giorno. La valorizzazione economica di queste ore (al minimo tabellare di un assistente sanitario per le ore di assistenza e altrettanto per le ore di sorveglianza per un collaboratore domestico), porta alla cifra di 44.000 euro per le famiglie con persone down e 51.000 euro per le persone affette da disturbi autistici.
Ma il peggio arriva DOPO. Nel senso che nonostante il consistente risparmio per le casse statali, i genitori non sanno cosa accadrà dei loro figli quando non ci saranno più loro.



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