giovedì 2 aprile 2015

NUOVI MODELLI DI WELFARE

Fino ad oggi i modelli di welfare si sono incentrati su erogazioni monetarie (pensioni, sussidi vari, redditi di cittadinanza, redditi minimi garantiti, ecc) piuttosto che erogazioni di servizi e risposte standardizzate ai bisogni, piuttosto che risposte specifiche alla crescente differenziazione (per generi, ambiti territoriali, ecc) dei bisogni. Un sistema socio sanitario che si è dimostrato poco virtuoso dal punto di vista gestionale e in futuro al cittadino si troverà a far fronte alla riduzione dei servizi.
Questo quadro, s’inserisce in una aspettativa di vita che prevede la presenza di un alto numero di persone anziane. Di conseguenza aumenteranno le condizioni di fragilità derivanti da situazioni di emergenza legate ad invecchiamento, non autosufficienza, precarizzazione del lavoro, impoverimento, emarginazione e disagio. Non solo, si prospettando nuovi soggetti da assistere legati all’evoluzione del “concetto di vulnerabilità”. Si tratta di un bacino di persone che pur disponendo di risorse culturali ed economiche più o meno ampie, si troveranno in condizione di vulnerabilità (impoverimento, emarginazione sociale) in quanto scarsamente inserite in reti di relazione.
Il sistema socio sanitario italiano si è dimostrato poco virtuoso dal punto di vista gestionale, di conseguenza il ripensamento dei modelli di welfare subiranno trasformazioni radicali. Oltre alla compartecipazione alla spesa, ai cittadini saranno richiesti il mantenimento di una stile di vita corretto e alle aziende la partecipazione all’ assistenza complementare. Inoltre, acquisiranno molta importanza i cosiddetti beni “relazionale”, quelli che oltre ad un valore intrinseco ed oggettivo hanno modalità di fruizione con altri soggetti. Ovvero, dalla relazione che s’instaura tra domanda e offerta di servizi.
michiamoaldo

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